Nell’ultima classifica di Italia Oggi sulla qualità della vita ci sono aree in cui la provincia di Foggia si distingue. Il “sistema salute”, in particolare, fa registrare una performance di tutto rispetto, piazzando la Capitanata al sedicesimo posto (su 107 province) in Italia e al primo posto in Puglia. Un risultato non proprio scontato, viste le difficoltà di tenuta del Sistema sanitario nazionale e di quello regionale, alle prese con enormi difficoltà di bilancio (centinaia di milioni di euro di perdite) e con un flusso sostenuto di mobilità passiva (i viaggi della speranza dei pazienti verso altre regioni).
Lecce è al 32esimo posto, Bari al 53esimo, Brindisi al posto 61, Taranto all’81 e la Bat al 91esimo
Nella regione guidata da Michele Emiliano, la fotografia dell’offerta di salute nelle singole province nel 2023 è la seguente: Lecce è al 32esimo posto, Bari al 53esimo, Brindisi al posto 61, Taranto all’81 e la Bat al 91esimo. “Nelle province italiane – è riportato nell’articolo di accompagnamento del quotidiano economico – la dotazione di servizi sanitari si attesta prevalentemente su livelli medi e medio-bassi. I servizi sanitari si concentrano prevalentemente nelle province in cui c’è un grande centro urbano (Roma, Milano), in poli di eccellenza nella ricerca medica (Pisa, Siena), ma esistono anche altri fattori. L’eterogeneità nella distribuzione territoriale delle strutture sanitarie riflette verosimilmente le caratteristiche dei rispettivi bacini di utenza o specifiche scelte politiche nazionali e sopratutto locali”.
Risultato anche frutto delle politiche aziendali dei grandi player pubblici (Asl e Policlinico “Riuniti”)
Gli investimenti nel pubblico e nel privato stanno determinando una importante risposta in termini di offerta di salute, in un territorio contrassegnato da oggettive difficoltà socio-economiche. Detto in altri termini, stando all’analisi del rapporto, in questa parte del Mezzogiorno ci sarebbe una risposta adeguata ai bisogni dei pazienti. Il posizionamento nell’area di giudizio “buono” è anche il frutto delle politiche aziendali dei grandi player pubblici (Asl e Policlinico “Riuniti”) e dello sviluppo di alcune attività nel privato accreditato (a titolo di esempio si citano il percorso di salvataggio di Universo Salute e l’operazione di rilancio di Casa Sollievo della Sofferenza, operazioni che hanno tutelato posti di lavoro e conservato attività strategiche per la sanità territoriale).
Entrando nel dettaglio degli indicatori, spiccano il podio (terzo posto) per la disponibilità di posti letto in ostetricia e ginecologia per ogni 1000 abitanti – Foggia e San Giovanni Rotondo ricevono spesso il massimo dei bollini rosa – e il quarto posto per la “disponibilità di apparecchiature per imaging a risonanza magnetica per 100 mila abitanti”.
Settimo posto per la “sottodimensione posti letto in reparti specialistici”, 16esimo per le apparecchiature diagnostiche. Ancora, per i posti in “Cardiologia, cardiochirurgia e unità coronariche ogni 1000 abitanti”, Foggia si piazza al 20esimo posto in Italia; 15esimo per i posti letto in terapia intensiva e terapia intensiva neonatale. Quanto all’oncologia, grazie al potenziamento della rete messo a punto negli anni scorsi, si è passati dal posto 23 al 14. Critica invece la situazione per la scarsa disponibilità di acceleratori lineari ogni 100mila abitanti: si passa dal posto 43 al 96. Viene confermato, infine, il posto numero 24 per i topografi assiali computerizzati per 100mila abitanti.
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