Vieste e Firenze, due città unite dall’Archeofilm che ieri sera si è concluso con l’assegnazione del prestigioso premio “Venere Sosandra 2023” andato al film documentario “Sagrada Familia, la rivoluzione di Gaudi”, regia di Marc Jampolsky, prodotto da Stéphane Millière e Maya Lussier-Seguin con la consulenza scientifica di Juan José Lahuerta.
Organizzata dal Comune di Vieste, in collaborazione con Archeologia Viva (Giunti Editore) e Firenze Archeofilm, la manifestazione ha proposto tre serate all’insegna del grande cinema di documentazione con proiezioni di opere selezionate a livello mondiale, incontri con i protagonisti della ricerca e della divulgazione, dibattiti e confronti con registi e operatori culturali del territorio. Tanti i temi che hanno permesso al pubblico di viaggiare indietro nel tempo a partire dai fossili di dinosauro (raccontati attraverso lo spericolato business delle ossa) passando per la vera storia dei pirati lontano dalle fantasie holliwoodiane, fino all’eccezionale rinvenimento di alcune stele-menhir dal misterioso significato in Portogallo. Due film-capolavoro hanno arricchito il programma di Vieste Archeofilm 2023: quello dedicato alla spettacolare cattedrale voluta da Gaudì ovvero la Sagrada Familia di Barcellona e, spostandosi in Egitto, il documentario sulla città d’oro di Luxor con uno sguardo alle ultime novità sulla vita dei grandi faraoni e del loro popolo.
Occhi puntati in questa edizione sulla storia della Puglia più antica. Ecco allora il film sulla Villa di Faragola (nel territorio di Ascoli Satriano) una tra le più lussuose dimore romane erette tra III e IV sec. d.C. ripercorsa attraverso i fasti dei suoi ambienti e le sue peculiarità architettoniche. Mentre, una pellicola ad hoc è incentrata proprio sulla storia, lunga 2500 anni, dell’Isola di Sant’Eufemia, esattamente davanti a Vieste che nel corso del tempo ha ospitato il santuario-grotta intitolato a Venere Sosandra (salvatrice degli uomini).
Diversi gli ospiti, tra cui l’archeologo Giuliano Volpe che conduce gli scavi nel già citato Santuario di Venere Sosandra a Vieste (cui è dedicato peraltro il numero speciale di Archeologia Viva, distribuito in omaggio nelle serate del festival), Rita Auriemma archeologa subacquea dell’Università del Salento, il noto filologo e saggista Luciano Canfora che ha chiuso la kermesse.
“La riconferma di Vieste come sede del Festival per la Puglia – dichiara l’assessora alla Cultura, Graziamaria Starace – è motivata dall’eccezionale patrimonio culturale e paesaggistico del circondario e dal successo turistico avuto dal nascente Polo culturale (Castello, Faro, Museo Archeologico, Parco Archeologico). Il Vieste Archeo Film ormai da tre anni sta animando la stagione culturale estiva di Vieste, siamo orgogliosi perchè completa un’offerta ormai variegata. Vieste è amore per la cultura, attenzione all’arte e alla storia – aggiunge Graziamaria Starace – e noi con questa kermesse vogliamo raccontarci in modo diverso. Soprattutto vogliamo raccontare, con le immagini di film che sono autentici capolavori, il valore della conoscenza e dello studio del passato. Perché è nella storia che si pongono le radici del nostro presente e del nostro futuro. Approfondirla è un atto d’amore verso noi stessi”.