Cambiare la mentalità dei coltivatori diretti, riconvertire le produzioni al biologico con un importante trasferimento di know-how (anche tecnologico) e fornire una delle più importanti reti commerciali di vendita al mondo. Con l’obiettivo non secondario di raggiungere livelli di prezzo idonei per tutta la filiera e creando benefici socio-economici diffusi sul territorio. Sono i principali punti del contratto di filiera sottoscritto oggi all’Università di Foggia, alla presenza della Asp De Piccolellis e dell’azienda Bio Organica Farm, società di Cerignola controllata dal colosso francese Léa Nature. Nel prossimo biennio verranno riconvertiti al biologico centinaia di ettari di terreno e verranno create le condizioni per una best practice da esportare.
Rivoluzione “a costo zero”
“Vogliamo costruire un modello da esportare”. A porre il sigillo sulla sperimentazione che verrà messa a punto sui 600 ettari della Asp De Piccolellis è l’Unifg, che si occuperà di monitorare e studiare i progressi del progetto, oltre a fornire supporto per l’accesso ai principali programmi di finanziamento inerenti i bandi REACT-PNRR e PSR, nonché per la creazione di percorsi di sviluppo territoriale in linea con l’European Green Deal, quadro programmatico lanciato dall’Unione europea. Il faro resta quello di raggiungere il 30% della produzione biologica a livello continentale entro il 2030. “Si tratta di un’occasione senza precedenti che capitalizza, a titolo gratuito, una serie di iniziative di politica attiva su cui l’Europa stanzia fondi, da anni, per transizioni e processi di internazionalizzazione – ha dichiarato il prof. Francesco Contò, Ordinario, in quiescenza, di Economia Agraria -. Il valore per l’Europa e il territorio foggiano è duplice perché, oltre ad un impatto sugli attori territoriali del settore agroalimentare, consente all’Università di sfruttare e applicare le evidenze scientifiche di progetti europei di ricerca, come SKIN e COREnet, di cui sono coordinatore scientifico. Questa iniziativa, inoltre, contribuisce a ridurre le divergenze territoriali proponendo una visione unanime degli obiettivi da realizzare, e, per fare ciò, aggrega realtà più esperte e competitive con altre che lo sono meno, ma, che, beneficeranno di reciproche contaminazioni positive sotto l’egida scientifica dell’Università di Foggia”. Poi aggiunge: “Gli affittuari della Asp potranno così entrare nei mercati internazionali, cosa impensabile senza questo accordo. Lea Nature garantirà la rete commerciale e inoltre questa nuova opportunità offrirà garanzie rispetto all’oscillazione dei prezzi, mitigando l’impatto negativo in particolare su colture quali il grano e il pomodoro”.
Il contratto di rete
“La collaborazione tra l’Università di Foggia e le imprese è di importanza fondamentale per l’innovazione e la crescita economica e sociale del Territorio – ha dichiarato il rettore dell’Unifg, Lorenzo Lo Muzio -. Il nostro impegno è da un lato centrato nell’attuazione di progetti comuni e di forme di partenariato finalizzati a rendere il tessuto imprenditoriale territoriale sempre più performante e competitivo, dall’altro intendiamo offrire ai nostri studenti un ampio e diversificato bacino di relazioni con le imprese che rafforzi il percorso formativo e semplifichi l’ingresso nel mondo del lavoro. In tale ottica, oggi presentiamo una iniziativa, a titolo gratuito del Dipartimento di Economia dell’Università di Foggia, volta a realizzare il trasferimento dei risultati della ricerca universitaria verso gli attori territoriali del settore agroalimentare per fare in modo che costoro li traducano in azioni reali nella prospettiva di realizzare gli obiettivi del Green Deal Europeo, veicolati attraverso la cosiddetta Strategia Farm-to-Fork”.
“Per l’Università di Foggia è un’iniziativa di terza missione che consente uno scambio attivo con gli attori territoriali per foraggiare attività di ricerca e trasferire immediatamente i relativi risultati agli attori socioeconomici, nella fattispecie del settore agroalimentare – ha considerato Gianluigi De Pascale, docente presso il Dipartimento di Economia e Responsabile scientifico del Contratto di Rete -. Il continuo e costante monitoraggio sullo sviluppo della rete, consentirà di instaurare un presidio territoriale istituzionale al servizio delle realtà produttive. L’Università spende tante energie per comprendere le dinamiche dei fenomeni e suggerire soluzioni. Con questo Contratto di Rete si attivano gli operatori e si instaura una cooperazione efficace e di lungo periodo tra l’Università di Foggia e gli attori territoriali, che mirano a riallocare le risorse non per intercettare fondi pubblici attraverso bandi, ma per ragioni strategiche che mirano a garantire la sostenibilità di lungo periodo”.
Con la firma del Contratto di Rete, gli affittuari dei terreni dell’ASP si impegnano a convertire le produzioni al biologico, ricalibrando la loro mission su traiettorie di sostenibilità che, secondo la Strategia Farm-to-Fork, vuole assolvere all’ambizioso obiettivo di convertire in biologico almeno il 30% delle terre coltivate entro il 2030.
“Accogliamo con entusiasmo l’adesione a questa iniziativa che ha come obiettivo quello di accrescere il valore del territorio – ha affermato Michele Gaudiano, referente di Bio Organica Farm srl -. Con la nostra esperienza di lungo corso e il nostro know-how, infatti, veicoleremo gli operatori firmatari attuali e futuri della rete, verso una piena sostenibilità, seguendo standard internazionali di alto prestigio, come, ad esempio, la certificazione Natureland. Aggiungo che una contrattazione di lungo periodo riduce anche la volatilità delle performance economiche dovute alle fluttuazioni dei prezzi causate da shock internazionali come il Codiv-19 e la crisi ucraina. I prezzi saranno aggiornati periodicamente seguendo dei criteri certificati dalle competenze scientifiche dell’Università di Foggia, che mira a mettere al riparo le parti da fenomeni speculativi internazionali”.
“Questa iniziativa consente di accompagnare gli agricoltori verso una piena dimensione di sostenibilità, a beneficio dell’ambiente naturale e, quindi della qualità del prodotto che si porta sui mercati – ha affermato Michele Marrano Agronomo e tecnico specializzato in agricoltura biologica -. In particolar modo, da un punto di vista ambientale, ci siamo posti come obiettivo quello di monitorare l’accrescimento di humus dei terreni interessati. Esso, infatti, riflette il grado di salubrità dell’intero ecosistema in cui l’operatore agricolo agisce. La collaborazione con l’Università di Foggia aggiunge valore e rappresenta una garanzia ulteriore sul monitoraggio delle azioni adottate dagli agricoltori”.
“Quindici agricoltori diretti potranno accedere ad un ventaglio di possibilità, garantendosi una remunerabilità migliore e assicurando alla Asp la valorizzazione patrimoniale dei terreni e maggiori garanzie sul pagamento dei fitti – ha concluso Davide Emanuele, commissario straordinario ASP De Piccolellis -. La Regione Puglia dal 2014 persegue i medesimi obiettivi avendo da tempo individuato, per la Capitanata, i settori chiave dell’agroalimentare, dell’ambientale, dell’energetico e del digitale. L’esigenza per l’A.S.P. di partecipare alla realizzazione degli indirizzi strategici proposti nel PNRR ha un duplice riscontro: da un lato la necessità di adeguare i terreni, di cui è proprietaria, alle esigenze dettate dalla cosiddetta Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile che miri ad un sistema di agricoltura biologica anche attraverso l’utilizzo di tecnologie verdi, dall’altro una spinta sempre maggiore verso la necessità di creare percorsi di inclusione dei soggetti fragili. L’Azienda Pubblica di Servizi alla Persona Marchese Filippo de Piccolellis ha creduto e crede nelle potenzialità del progetto e ne condivide appieno il percorso virtuoso coniugando logica competitiva e finalità sociale accogliendo le sfide che il prossimo futuro ci pone innanzi. La sfida è nel coraggio del cambiamento, nella innovazione e nella sostenibilità”.
L’iter del percorso
Il Contratto di Rete è frutto di un processo complesso che ha visto la pubblicazione da parte del Dipartimento di Economia di un avviso attraverso il quale gli stakeholder territoriali sono stati invitati ad aderire a un modello di sviluppo territoriale elaborato da una commissione scientifica sulla base del profilo dei candidati. La Commissione scientifica, composta dai professori Vito Amendolagine, Gianluigi De Pascale, e Raffaele Silvestri, ha, in primis, mediato una concertazione territoriale cercando di comprendere quali fossero le risorse disponibili e le disponibilità di contrattazione degli attori rispetto al vincolo degli obiettivi del Green Deal Europeo. Sulla base di questa consapevolezza, ha mediato il dialogo tra le parti al fine di ottenere disponibilità a compiere delle azioni sistemiche, orientandolo verso un allineamento agli obiettivi programmatici europei, e alle evidenze scientifiche di frontiera. A seguire, ha elaborato una relazione per fare sintesi tra i precetti scientifici, il quadro politico di riferimento, il profilo dei candidati, e la disponibilità degli stessi. Da essa si evincono anche le iniziative più opportune da intraprendere e lo strumento per formalizzare le stesse, individuato nel Contratto di Rete.
I commissari hanno capitalizzato i risultati delle ricerche emersi, in particolar modo, con i progetti di ricerca Horizon SKIN e COREnet, entrambi incentrati sulle filiere agroalimentari e coordinati dal Dipartimento di Economia, nella persona del prof. Francesco Contò, Ordinario in quiescenza di Economia Agraria. Quest’ultimo, ispiratore della manifestazione di interesse, vanta un curriculum di lungo corso in tema di politiche per il settore agroalimentare, nonché di iniziative applicate ai territori per attivare gli stakeholder e condurli ad azioni sul campo.
Hanno aderito all’iniziativa l’Azienda di Servizi alla Persona – ASP De Piccolellis, che, oltre a realizzare fini sociali per persone disabili, detiene circa 600 ettari di terreni affittati a piccoli produttori che, in gran parte, conducono attività agricola attraverso pratiche intensive; la Bio Organica Farm srl, che gravita nel gruppo francese Léa Nature, leader mondiale del biologico.
L’iniziativa mira a tutelare gli attori dalle oscillazioni di prezzo, garantendo una sostenibilità economica di lungo periodo per i piccoli agricoltori, nonché, grazie alla leadership di Biorganica Italia, la possibilità di accedere a mercati internazionali. L’ASP De Piccolellis, dal canto suo, espande le attività di servizio alla persona portandole nelle aziende agricole che offriranno spazi per la cosiddetta agricoltura sociale, vincola i terreni di cui dispone alle pratiche di agricoltura biologica e sue evoluzioni come il biodinamico, e ottiene garanzie sui pagamenti dei canoni di locazione che, in caso di inadempienza del conduttore, saranno corrisposti dalla Biorganica Italia nella misura del credito vantato da costui per le forniture di materie prime.
L’Università di Foggia, tramite il Dipartimento di Economia, affida la responsabilità scientifica al prof. Gianluigi De Pascale che esprimerà pareri scientifici sull’implementazione del modello di sviluppo e coordinerà le attività di raccolta di dati per fini di ricerca che i contraenti della rete si impegnano a trasferire al termine di ogni periodo colturale, per i prossimi quindici anni. I dati raccolti saranno utilizzati per analizzare le evoluzioni delle performance sociali, ambientali ed economiche.
Seguici anche su Instagram – Clicca qui