Ha colpito De Santis almeno 23 volte, con un coltello a serramanico, alla nuca e al torace. Con la stessa arma ha poi colpito, sempre al torace, la figlia minorenne Jessica, deceduta durante il trasporto in ospedale. Il killer ha infine ferito la moglie Tefta al costato e in altre zone del corpo. Questa, in sintesi, la ricostruzione della strage di Torremaggiore nell’ordinanza di convalida del fermo di Taulant Malaj, panettiere albanese nato nel 1978.
La gip Di Maria ricostruisce la vicenda in undici pagine. Si legge che Malaj ha consegnato ai militari il proprio smartphone con all’interno un video delle vittime e della moglie agonizzante: “Buonasera. Mi chiamo Taulant Malaj, lo vedete questo qua, questo è l’italiano. Ecco questo è… e l’ho perdonata una volta con il primo. Questo è il secondo, guardate l’ho accoltellato io da solo, da solo. Li ho uccisi tutti e tre anche la ragazza, con affanno sale le scale ed entra nell’abitazione e dice: ‘Guardate qua, questo l’omicidio, queste sono (inquadrando due donne riverse a terra e di cui una ferita e cosciente, la moglie). Ti ho già perdonata una volta basta basta, dov’è il figlio? Guarda le ho accoltellate (inquadrando le due donne riverse a terra), e le accoltellerò ancora, non è ancora arrivata la Polizia, le accoltello ora”.
La confessione di Malaj agli inquirenti
“Ammetto di aver ucciso Massimo De Santis e Jessica Malaj e di aver provato ad uccidere mia moglie Tefta. Allora, questa è una storia che va avanti da un anno con mia moglie. Mia moglie l’anno scorso ha avuto un incidente stradale con Massimo e da lì si sono conosciuti. Hanno iniziato a parlare. Un giorno lei è stata male e lui me l’ha portata al forno dicendo di avermi portato mia moglie. In quel caso feci finta di nulla. Un altro giorno con la sua auto, una Maserati, Massimo portò in giro mia moglie. Poi hanno iniziato a mangiare insieme. Ho registrato tutto con il mio telefonino. Spesso la chiamavo e lei non mi rispondeva. Un giorno mia moglie e Jessica sono andati a Termoli e la loro auto si è fermata in quanto si è scaricata la batteria, ma loro hanno chiamato Massimo e non me“.
E ancora: “Io ho visto tutto dalle telecamere che ho in casa, hanno preso un caffè insieme al bar. Venerdì pomeriggio ho chiesto conto e ragione ma lei ha sorvolato e ho minacciato di andarmene di casa e infatti me ne sono uscito e sono andato via. Poi al forno si sono accorti che stavo male e ho detto loro il contrario e cioè che mia moglie mi aveva visto con un’altra donna mentre era esattamente il contrario. Poi lei mi ha invitato a tornare a casa ma io le ho detto che finché fosse stata con Massimo io non sarei tornato. Sabato mattina però tornavo a casa visto le sue insistenze e le sue scuse. Lei poi è uscita con una vecchia signora; le ha portato la spesa e dopo aver finito con lei mi ha detto di essere andata in giro non so dove. Sono uscito e intorno alle 12 ho visto lei e Massimo in auto insieme. Sabato pomeriggio ho preso un caffè con amici quando ho chiamato mia moglie e ho saputo che stava ad una festa con Leonardo (il figlio di 5 anni). Ho pensato che però fosse con Massimo. Comunque alla sera siamo andati a dormire insieme dopo aver cenato. Ad un certo punto mi sono alzato e ho visto mia moglie chattare con Massimo; mi sono alzato, sono uscito fuori sulle scale perché sapevo che stava per arrivare Massimo e infatti lui si è fermato al mio piano con l’ascensore. Gli ho chiesto cosa facesse al mio piano e lui diceva di aver sbagliato casa, si è anche arrabbiato ma io gli ho ribadito che non doveva avere a che fare con mia moglie. Lui mi ha spinto e da lì è partito il casino. Lui è scappato e io sono rientrato in casa a prendere un coltello. Mi è preso un diavolo in testa, l’ho rincorso per le scale e ora non ricordo bene quando l’ho colpito e per questo lo avete trovato nell’androne condominiale. Come ho finito con lui sono tornato su a casa e sono andato in camera da letto dove c’era mia moglie; l’ho colpita e nel mentre è entrata Jessica, la quale voleva proteggere la mamma. Allora io ho colpito anche Jessica e l’ho uccisa. Manco mi ero reso conto che fosse lei. Jessica purtroppo si è trovata nel momento sbagliato. Dal letto loro due sono scappate in cucina dove ho continuato a colpirle. Dopo mezz’ora sono uscito di casa, precisamente nell’androne condominiale, e mi sono reso conto di cosa avevo fatto. Immediatamente dopo tornavo a fare il video che avete acquisito”.
Il killer ha poi informato il fratello ed inviato il video ad un amico di Imola. “Assolutamente non sapevo nulla – ha detto il parente agli inquirenti -, mio fratello non mi ha mai riferito di essere tradito tantomeno mi ha riferito quelle che erano le sue intenzioni. Il nostro rapporto è stato sporadico nelle frequentazioni, quindi ognuno di noi non conosceva la situazione familiare dell’altro, il nostro rapporto si fermava al saluto e a qualche frequentazione sporadica”.
Gli abusi
Ad una tv albanese, Tefta Malaj ha parlato del rapporto del marito con la figlia: “Mio marito è un mostro. Fino a due anni fa ha molestato sessualmente nostra figlia. È successo diverse volte… Mia figlia non gli voleva più parlare ed è per questo che non solo le ha rovinato la vita, ma l’ha anche ammazzata”. Queste le parole alla tv News 24 Albania. “Jessica da due anni non comunicava col padre e se non l’ha denunciato è solo per non avere una brutta nomea: si sa com’è. Mio marito aveva pianificato tutto. Stavamo tutti quanti dormendo a quell’ora. Lui quella notte non lavorava, era di riposo a casa. Non ho sentito che usciva, poi l’ho visto rientrare. Ha preso il bambino, con il coltello lo voleva ammazzare. Io mi sono buttata per salvare il bambino. Il piccolo dormiva nel lettino attaccato al letto matrimoniale. Poi lui ha dato tanti colpi di coltello a me, non mi ricordo quanti. Faceva dei video mentre dava calci e pugnalate con il coltello. Mia figlia dormiva, ha sentito i rumori e si è alzata. Lui a nostra figlia non l’ha mai voluta“.
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