Udienza transitoria per “Omnia Nostra”, processo alla mafia garganica diviso in due filoni. Il primo procede a Foggia con rito ordinario e vede tra gli imputati Matteo “A’ Carpnese” Lombardi, 52 anni e Francesco “Il lungo” Scirpoli, 40 anni entrambi a capo del clan Lombardi-Scirpoli attivo a Manfredonia, Macchia, Mattinata e Vieste. Il secondo filone è in corso davanti al gup di Bari (rito abbreviato) dove ci sono già state pesanti richieste di condanna.
Oggi, intanto, nel Tribunale di Foggia è stata rigettata l’eccezione dei legali di Leonardo D’Ercole, 50 anni presunto referente del clan nella zona di Macchia e Michele “U’ Cumbarill” Lombardi, 31enne figlio del boss Matteo sulla nullità di avviso conclusione indagini e avviso fissazione udienza preliminare relativamente ai due imputati.
È stato inoltre chiesto il giudizio abbreviato condizionato per il viestano Emanuele “Martufello” Finaldi, 42 anni, con stralcio della sua posizione e trasmissione del relativo fascicolo al Giudice Monocratico per la valutazione concreta della richiesta non essendoci connessione con reati di mafia.
Il processo, ormai prossimo ad entrare nel vivo, è stato già calendarizzato almeno fino alla fine di ottobre 2023. Al termine dell’udienza odierna è stato disposto il rinvio per apertura dibattimento e richiesta prove.
Secondo l’impianto accusatorio, il clan sarebbe attivo almeno dal 2008 nell’area garganica, scenario di un’accesa rivalità con i montanari Li Bergolis-Miucci-Lombardone. Tra le accuse mosse da Dda e Arma dei Carabinieri in “Omnia Nostra” figurano associazione mafiosa, omicidi, tentati omicidi, droga ed estorsione. Si sono costituiti parte civile i Comuni di Vieste, Mattinata, Monte Sant’Angelo e Manfredonia oltre a Camera di Commercio Foggia, Fai nazionale e Fai di Vieste. (In alto, in foto, Matteo Lombardi, il figlio Michele e Leo D’Ercole; sullo sfondo, un’immagine tratta dal video del blitz)
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