Mafia del Gargano, a piede libero il boss e il suo braccio destro. Si alza il livello dello scontro tra malavita e Stato

Da “Neve di Marzo” fino all’evasione, l’escalation criminale di Marco Raduano e del suo uomo di fiducia. Spiegamento di forze per stanarli

Risale al 2018 la maxi operazione “Neve di Marzo” dei carabinieri del Comando provinciale di Foggia che portò all’arresto del boss Marco Raduano, 39enne di Vieste detto “Pallone” o “Woolrich”. L’uomo è oggi ricercato dopo l’evasione da film dal carcere Badu’ e Carros di Nuoro in Sardegna. Ieri, infatti, Raduano è clamorosamente fuggito calandosi dal muro di cinta con un lenzuolo. Un episodio che riaccende i fari sulla gestione dei penitenziari italiani, soprattutto se si considera che il capoclan si trovava in regime di Alta Sicurezza (416 bis).

Il boss, tra gli elementi apicali del clan garganico Lombardi-Scirpoli, stava scontando una condanna definitiva a 19 anni per narcotraffico aggravato dalla mafiosità proprio per “Neve di Marzo” ed è il primo mafioso mai scappato da un carcere di massima sicurezza in Italia. È inoltre sospettato degli omicidi di Giuseppe Silvestri e Omar Trotta e del tentato omicidio di Giovanni Caterino, basista della strage di San Marco in Lamis. Su queste ultime vicende c’è un processo in corso.

In “Neve di Marzo” venne condannato a 9 anni e 2 mesi uno dei bracci destri di Raduano, il 30enne Gianluigi Troiano detto “U’ Minorenn”. Quest’ultimo, anche lui sotto inchiesta con l’accusa di aver preso parte all’omicidio Trotta, è evaso dai domiciliari l’11 dicembre 2021, fuggendo da un’abitazione di Campomarino. Proprio nelle scorse settimane, due persone sono state arrestate, sempre dai carabinieri, con l’accusa di favoreggiamento della latitanza.

Stando alla ricostruzione degli investigatori, Troiano potrebbe gestire gli affari illeciti del clan soprattutto dopo l’arresto dei capi. Mentre era già ricercato si sarebbe nascosto anche all’ex Onpi di Foggia, noto palazzone in corso del Mezzogiorno, periferia sud della città. Il giovane venne intercettato dai militari ma riuscì a scappare senza riuscire ad incontrare la sua famiglia che era giunta a Foggia per fargli visita. Il giorno dopo, infatti, la coniuge venne intercettata mentre affermava che era necessario tornare all’ex Onpi per recuperare i passeggini.

Raduano e Troiano

Secondo l’impianto accusatorio e sulla scorta delle informazioni fornite dal pentito mattinatese Antonio “Baffino” Quitadamo e altri collaboratori di giustizia, il gruppo di Marco Raduano rappresenterebbe la frangia viestana dei Lombardi-Scirpoli ed oggi, alla luce della cattura di tutti i vertici, il latitante Troiano controllerebbe una parte degli affari dell’organizzazione criminale. Oggi però non è più il solo ad essere ricercato. In cima alla lista dei latitanti c’è il suo capo, scappato come in un film americano da uno dei penitenziari più sicuri d’Italia. Si servirà di fiancheggiatori? Riuscirà a lasciare la Sardegna? Avrà fondi a sufficienza per sostenere la latitanza? Progettava tutto da tempo? Qualcuno lo ha aiutato? Interrogativi ai quali lo Stato spera di dare una pronta risposta.

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