Latitante e gestore degli affari del clan. Secondo le carte dell’inchiesta che ha portato all’arresto di Antonello Scirpoli di Vieste e Luciano Calabrese di Foggia, sarebbe Gianluigi Troiano, 29 anni detto “U’ Minorenn” il reggente del clan Raduano nella città del Pizzomunno. Troiano evase dai domiciliari l’11 dicembre 2021, fuggendo da un’abitazione di Campomarino. Nei giorni scorsi, Scirpoli alias “Musulin” e Calabrese detto “Cupptiell” sono stati arrestati dai carabinieri con l’accusa di favoreggiamento della latitanza.
Secondo gli inquirenti, i due avrebbero offerto a Troiano appoggi logistici, coperture, veicoli per gli spostamenti, ospitalità, schede telefoniche, denaro e beni di ogni genere. Il tutto al fine di consentire a Troiano di evitare la cattura. Ora, stando alla ricostruzione degli investigatori, è emerso che il viestano sarebbe scappato “per gestire in prima persona gli affari illeciti del clan colpito e sprovvisto di elementi di spicco in seguito ad Omnia Nostra”, operazione che registrò 32 arresti e che oggi è sfociata in un processo a carico di 45 persone tra cui boss, sodali e professionisti compiacenti del clan Lombardi-Scirpoli che ribattezziamo così alla luce delle recenti dichiarazioni del pentito Antonio Quitadamo detto “Baffino” che indica i capi in Matteo Lombardi, 52enne manfredoniano detto “il carpinese” e Francesco Scirpoli, 40enne mattinatese alias “il lungo”.
Si nascondeva all’ex Onpi di Foggia
Nell’ordinanza cautelare di 150 pagine si legge che Troiano, ai domiciliari con braccialetto elettronico per il processo “Neve di Marzo”, è scappato pochi giorni dopo “Omnia Nostra” dandosi alla latitanza. Successivamente i carabinieri hanno intercettato telefonate tra il 29enne e la moglie e tra quest’ultima e alcune voci maschili con vaghe indicazioni su servizi e commissioni.
Poi sarebbe venuto fuori Scirpoli “Musulin”, sospettato di aver accompagnato la moglie dal marito all’ex Onpi di Foggia dove Troiano si sarebbe nascosto – sempre secondo chi indaga – grazie al sostegno di Calabrese. Il 23 dicembre 2021 si verificarono scene da film: i militari pedinarono la donna e il sospettato Scirpoli fino al noto palazzo foggiano in corso del Mezzogiorno. Lì i carabinieri beccarono Troiano ma il latitante riuscì a dileguarsi verso la Statale 16 a bordo di un’auto di grossa cilindrata. Prima della fuga si sarebbe anche scontrato con altra autovettura. All’appuntamento con Troiano ci sarebbero stati anche i figli: il giorno dopo, infatti, la moglie venne intercettata mentre affermava che era necessario tornare all’ex Onpi per recuperare i passeggini.
I motivi della latitanza secondo gli inquirenti
Stando all’impianto accusatorio e sulla scorta delle informazioni fornite da Quitadamo e altri collaboratori di giustizia, il gruppo di Marco Raduano detto “Pallone” rappresenterebbe la frangia viestana dei Lombardi-Scirpoli ed oggi, alla luce della cattura di tutti i vertici, il latitante Troiano controllerebbe una parte degli affari dell’organizzazione criminale.
“L’allontanamento di Troiano dai domiciliari non è casualmente collocato a distanza di pochi giorni dalla cattura di boss e gregari del clan Lombardi-Ricucci-La Torre al quale è federato il gruppo Raduano – riportano i carabinieri -. La motivazione della latitanza di Troiano e la conseguente presenza sul Gargano risiedono nella possibilità di gestire in prima persona gli affari illeciti del clan ormai colpito e sprovvisto di elementi di spicco, con possibile compimento di azioni delittuose nei confronti di familiari di pentiti nonché nei confronti degli appartenenti al clan avversario (i potenti montanari Li Bergolis-Miucci-Lombardone, ndr). A riscontro di questa ipotesi si è accertato che il boss Raduano ricevette (in carcere) informazioni sull’evasione del suo federato Troiano”.
Lo stesso “Minorenn” è tra le persone coinvolte in “Omnia Nostra”, in attesa di giudizio a piede libero anche per concorso nell’omicidio di Omar Trotta, ucciso in una bruschetteria di Vieste nel 2017, vicenda ricostruita sempre dal pentito “Baffino”.
Nel frattempo, come riporta gazzetta del mezzogiorno, Calabrese e Scirpoli sono stati interrogati in videoconferenza dal carcere di Foggia dal gip di Bari Angela De Sanctis che ha firmato le ordinanze cautelari. Calabrese si è avvalso della facoltà di non rispondere, rendendo dichiarazioni spontanee: ha escluso d’essere la persona intercettata e negato di conoscere evaso e coindagato; Scirpoli ha detto di conoscere Troiano, di non vederlo da tempo, d’essere il cugino della moglie del ricercato, di non conoscere il coindagato, e negato d’essere la persona intercettata. I difensori ricorreranno al Tribunale della libertà per chiedere la scarcerazione. Nell’inchiesta su presunti favoreggiatori coinvolto anche un parente di Troiano, indagato a piede libero dopo il no del gip alla richiesta della Dda di arrestarlo. (In alto, l’ex Onpi di Foggia; nel riquadro, Troiano; sotto, Matteo Lombardi, Francesco Scirpoli e Marco Raduano)