L’approccio della psicopedagogia dello sviluppo e della psicopedagogia ai bisogni educativi speciali è stato il focus dell’incontro alla scuola media Ugo Foscolo di Foggia organizzato dalla dirigente Fulvia Ruggiero insieme alla docente Daniela Scopece con lo psicologo bresciano Matteo Faberi, che da tempo è un luminare per la cura e l’accompagnamento di bambini e bambine con problemi di apprendimento, linguaggio e attenzione. Si chiama “Bambini e ragazzi che chiedono aiuto”, il suo testo edito dalle Edizioni Il Rosone presentato per la settima di CoEduca.
Nel corso della lezione non sono mancate le testimonianze, come quella dei genitori di Logan, i quali hanno ricordato i problemi di loro figlio, scoperti a due anni. Il piccolo fissava le sue mani e le faceva sfarfallare, non parlava. Una volta arrivati dal dottor Faberi, da genitori apprensivi si sono trasformati in accudenti, grazie alla rieducazione uditiva, che lo ha stimolato a parlare.
Il medico, anche lui un diversabile, non conosce la rassegnazione. «Un intervento precoce e tempestivo è fondamentale, in molti dei disturbi dell’apprendimento vi sono distorsione uditive e serve un percorso psicoeducativo mirato», ha detto in esordio. Come ha evidenziato prima della pandemia, nel 2017/2018 gli alunni con varie difficoltà erano 272mila in Italia.
«Siamo abituati a pensare a molte risposte come le misure di sostegno, agli strumenti compensativi – ha argomentato -. Fai fatica a scrivere? Ti do il computer. Fai fatica a leggere, registra la lezione. Sono strumenti importanti ma è possibile andare oltre questi ausili. Mi piace sempre citare don Lorenzo Milani uno dei più grandi educatori e profeti del secolo scorso. Ciò che manca è solo il dominio della parola, diceva. È possibile andare oltre partendo dalla cause. Esistono diverse chiavi: i disturbi della percezione, lacune dello sviluppo, disturbi della sfera pedagogica. La sensorialità e la sensitività vengono elaborate nel movimento, nel linguaggio. Tante volte il problema non è a livello centrale come ritardo mentale, ma possono esserci dei problemi in entrata. Le persone sorde sono una piccolissima parte di chi ha problemi uditivi. Non basta quanto si sente ma come si sente. Per stare attenti occorre una perfetta qualità uditiva».
Ed ecco allora bambini con problemi nel tempo di risposta, ci sono delle persone che sentono a rallentatore, poi vi sono le rimanenze, restano dei suoni nelle orecchie. E ancora un udito doloroso, dei bambini cioè che non sopportano le voci acute. Infine ci può essere una mancanza di selettività, insiem ad una dislateralita’ uditiva.
Non solo l’udito ma anche la vista. Esistono disturbi del canale visivo e del campo visivo. «Ci sono ragazzi che hanno troppa energia e non sanno come organizzarla. Non è vero che ogni bambino ha i suoi tempi. Le tappe dello sviluppo sono come un muro. Il bambino autistico non riesce ad essere contenuto per guardare negli occhi il genitore già a 2 mesi. I figli fanno da specchio dei genitori colgono le disarmonie dei genitori. Voi siete nella età in cui avete il diritto e il dovere di diventare grandi, accettando i genitori così come sono e smetterla di volerli cambiare», ha suggerito rivolto ai ragazzi.