C’è chi festeggia Halloween, ma c’è anche chi, al contrario, invita a riscoprire le nostre tradizioni popolari. Come a Sant’Agata di Puglia dove al moderno “dolcetto scherzetto” preferiscono “ciccecuotte ciccecuotte rinfrescano l’anima ai morti”. Una festa originale, diversa dalle solite con la possibilità di gustare piatti tipici della tradizione contadina e ascoltare canti e musica di un tempo.
“È un modo per riscoprire le nostre radici e la nostra identità e per difendere l’espressione culturale dei nostri territori, prima che vengano completamente cancellate dalla globalizzazione e dalle mode provenienti d’Oltreoceano”. Organizzata dall’amministrazione comunale e dalla locale Pro Loco, la sagra dei “ciccecuotti” a Sant’Agata è una festa particolare.La tradizione di questo prodotto ha radici molto antiche che risalgono ai primi anni del secolo scorso. A quei tempi non si trattava, però, solo di una tradizione, ma di un vero e proprio rito. Il tutto si svolgeva il giorno dei morti e a compiere questo rito erano i bambini che, muniti di un piatto e di un cucchiaio, giravano per tutte le vie del paese chiedendo, casa per casa, un po’di “ciccecuòtte”. I bambini recitavano un’antica cantilena dialettale che diceva: “ciccecuòtte ciccecuòtte, refrische l’aneme re li muòrte” (chicchi cotti chicchi cotti in suffragio dell’anima dei morti). Dopo che i bambini recitavano questo canto ricevevano dalla gente un po’ di grano; questo rito continuava per tutta la serata e tutta la popolazione vi partecipava, dato che esso rappresentava un modo per ricordare i cari defunti.
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