Le tangenti nella sanità siciliana potrebbero aver convinto il commissario straordinario del Policlinico di Foggia, Giuseppe Pasqualone, ad abbandonare il progetto di finanza per il Deu: “Stiamo valutando con gli avvocati il percorso da seguire”, ha riferito. Il manager, in una recente intervista, si era dimostrato già scettico sul percorso avviato dal suo predecessore, Vitangelo Dattoli. Proprio quest’ultimo, rinviato a giudizio dopo l’indagine sull’appalto per il trasporto organi, aveva dimostrato tutto l’interesse alla proposta dell’Ati Althea Italia Spa e Steritalia Spa, al punto da elaborare una relazione di 13 pagine consegnata in Regione dopo le polemiche sollevate da alcuni consiglieri.
Ora però, la recente operazione della Guardia di finanza a Palermo (“Sorella Sanità 2”), che ha portato a dieci ordinanze cautelari nell’indagine su un giro di tangenti per centinaia di migliaia di euro e gare truccate per 700 milioni in alcune aziende sanitarie siciliane, potrebbe aver castrato definitivamente il progetto del completamento del Deu. Per 3 aziende, infatti, è stato stabilito il divieto a contrarre con la pubblica amministrazione per un anno: la Healtech srl, esercente attività di “riparazione e manutenzione di apparecchi medicali”, con sede a Carini (PA); Vivisol srl, esercente attività di “fabbricazione di medicinali e preparati farmaceutici”, con sede a Monza e appunto Althea spa esercente attività di “riparazione e manutenzione di apparecchi medicali”, con sede a Roma.
Le indagini in Sicilia
Gli indagati sono accusati a vario titolo di corruzione, turbata libertà degli incanti, turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente, riciclaggio, emissione di fatture per operazioni inesistenti. Con lo stesso provvedimento il gip ha disposto il sequestro di oltre 700mila euro che sarebbe il prezzo della corruzione, e, a carico di 3 società, il divieto di contrarre con la pubblica amministrazione per un anno. Le indagini, coordinate dal procuratore Maurizio de Lucia, sono state condotte dai militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria Gruppo Tutela Spesa Pubblica di Palermo, e sono la prosecuzione dell’inchiesta denominata “Sorella Sanità”, che, a maggio del 2020, ha portato all’esecuzione di misure cautelari personali nei confronti di 13 persone, tra i quali i manager dell’Asp di Trapani e Palermo, Fabio Damiani e Antonio Candela, già processati e condannati in primo grado.
Le indagini hanno accertato nuove ipotesi di corruzione e di turbativa relative ad altre gare pubbliche in ambito sanitario. Gli indagati nell’operazione della Guardia di Finanza sono: Giovanni Luca Vancheri 53 anni, di Caltanissetta funzionario dell’Asp di Enna, arrestato per corruzione e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente. Ai domiciliari è andato Stefano Mingardi, 57 anni di Trezzano sul Naviglio (Mi), avvocato, indagato per riciclaggio ed emissione di fatture false; Loreto Li Pomi, 59 anni, palermitano, luogotenente dei Carabinieri, in servizio al Nas, indagato per tentata turbata libertà degli incanti; Giuseppe Bonanno, 45 anni di Caltanissetta, referente della società Althea Spa, indagato per corruzione; Cristian Catalano, 40 anni di Palermo, referente della società Althea spa, indagato per corruzione.
Obbligo di dimora e presentazione alla polizia giudiziaria per Luigi Giannazzo, 56 anni di Catania, amministratore delegato della società Dedalus Italia Spa, indagato per corruzione; Giuseppe Gallina, 54 anni di Carini (Pa), amministratore della società Healtech srl, indagato per riciclaggio ed emissione di fatture false; Alberto Vay, 49 anni di Villarbasse (To), dirigente della società Vivisol srl, indagato per turbata libertà degli incanti e corruzione; Claudio Petronio, 67 anni, Molteno (Lc), dirigente della società Vivisol srl, indagato per turbata libertà degli incanti e corruzione; Massimiliano D’Aleo, 47 anni,di Altavilla Milicia, referente della società Generay srl, indagato per tentata turbata libertà degli incanti.
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