Due premi per due libri che squarciano orizzonti di sapere e di senso civico per la terza edizione del Premio I fiori blu, la cui serata finale è stata celebrata nel Parco dell’Università e presentata, con brio e profondità, da Neri Marcorè e dalla direttrice artistica del premio Alessandra Benvenuto dinanzi alla Giuria Tecnica, presieduta da Paolo Mieli, le istituzioni, gli sponsor e un pubblico di lettori appassionati e partecipi.
Il professor Luciano Canfora ha vinto e ritirato il riconoscimento della Giuria Tecnica con il suo saggio “La democrazia dei signori” edito da Laterza, un utile pamphlet sullo svuotamento dell’agire politico dei partiti e soprattutto della sinistra, incapace di guardare ai propri genetici riferimenti di classe tanto da favorire da un lato l’autoesclusione dallo spazio politico dei gruppi sociali nella duplice condizione di socialmente deboli e politicamente non rappresentati e dall’altro la formazione di una modernissima forma di suffragio ristretto che era l’orizzonte ideologico oltre che legislativo costituzionale del liberalismo del secolo XIX. Un suffragio ristretto non più imposto per legge ma realizzato per selezionenaturale”.
A Marco Lillo e Pif con il loro “Io posso. Due donne sole contro la mafia” edito da Feltrinelli è andato il premio della Giuria Popolare, con una storia, quella delle sorelle Pilliu, che suscitò l’interesse di Paolo Borsellino e che ha convinto il 25% dei circa 800 votanti sul sito de I fiori blu.
Sulle note di Somewhere over the Rainbow dei Mediterraneo Jazz Quartet e con le parole di Dorothy del Mago di Oz, “se ci mettiamo insieme da qualche parte arriveremo”, si è aperta la premiazione della terza edizione.
La conclusione del percorso inaugurato lo scorso aprile, cresciuto sotto gli auspici del Cepell e promosso dall’omonima Associazione, con il sostegno prezioso della Regione Puglia, ha avuto molti momenti di riflessione e di approfondimento culturale e letterario grazie a tutti gli intervenuti, ripresi in diretta da Antenna Sud, media partner della manifestazione e testata dalla redazione giovane ed attenta al Sud. Presenti in platea tutti i sostenitori pubblici e privati. «I miei complimenti al premio che ha fatto sbocciare a Foggia i fiori blu, personalità importanti sono venute qui ed è uno degli elementi per far fare un passo avanti ad una grande città del Sud che ha vissuto delle difficoltà», ha detto in esordio il vicepresidente della Regione Puglia Raffaele Piemontese.
Anche per la terza edizione è giunto il sostegno generoso di imprenditori dei più svariati settori: non solo Mindful Capital Partners con sede a Milano, ma anche altre eccellenze della Daunia, Gami impianti Srl, Gruppo Galano, Mediolanum, MetauroBus, Candeal Commercio, Farmacia Sant’Anna.
Sul palco i tre main sponsor con i loro capitani d’impresa- Capobianco Organic Farm di Rachele e Vincenzo Capobianco, due giovani che sono rientrati in Capitanata dopo studi all’estero, Sistemi Energetici e Elda Cantine di Marcello Salvatori e Luca Vigilante con Sanità Più e Gruppo Universo Salute- hanno voluto esprimere il loro concetto di passione per i libri e di coraggio.
«Il settore agricolo è l’anima del nostro territorio, non dobbiamo scappare ma ridare a questa terra quello che ci ha dato», è stato il messaggio di Rachele Capobianco.
«Il Premio è una esperienza di eccellenza con Alessandra Benvenuto vera leader. Sapete fare le cose perbene, partecipare ad un evento importante per noi imprenditori significa dare speranze e nutrire energie vitali», l’apprezzamento dell’ingegner Salvatori.
Si è spesso soffermato sulle scelte di coraggio Luca Vigilante, per tutti ormai imprenditore antimafia in Puglia e simbolo della lotta alla criminalità organizzata. «Esse si originano dalla possibilità di usare tante informazioni altrimenti non sarebbe una scelta coraggiosa ma imprudente. Chi paga una estorsione sta condannando la sua famiglia e sta inquinando il territorio», è stata la sua testimonianza.
Un forte entusiasmo è stato manifestato anche dai partner istituzionali presenti, Fondazione dei Monti Uniti presieduta da Aldo Ligustro e Ufficio scolastico territoriale diretto da Marida Episcopo, che gestisce 114 scuole pubbliche e 200 paritarie, nonché dalla stessa vicepresidente dell’associazione “ I fiori blu” Isabella Trulli. Quando è arrivato il momento della premiazione dei due libri finalisti, la serata si è arricchita delle parole dei protagonisti e dei giurati tecnici, Paolo Mieli presidente, Lidia Ravera, Ritanna Armeni, Silvia Truzzi e Sandra Petrignani, i quali si sono intrattenuti scherzando sul ruolo del giurato che deve leggere tantissimi libri all’anno. «Leggo solo la prima, l’ultima pagina e la 59», ha scherzato Mieli. «Sono una scrittrice compulsiva, curerò meglio pagina 59. Ognuno ha delle manie e la mia non fa male», è stata la risposta di Lidia Ravera.
Grande l’interesse del pubblico per il libro vincitore del premio della Giuria Popolare. «Il nostro libro è stato un messaggio nella bottiglia, Maria Rosa e Savina Pilliu sono due sorelle senza maschi circondate da maschi con un negozietto di prodotti sardi a Palermo, che hanno lottato contro la mafia e gli abusi edilizi di un imprenditore colluso», hanno raccontato Marco Lillo e Pif riassumendo con toni leggeri il dramma di una storia kafkiana, ingiusta e capovolta nel senso di giustizia, quando lo Stato invece di essere amico diventa carnefice e chiede addirittura il conto con l’Agenzia delle Entrate.
«Nessuno conosceva bene la loro storia adesso le scolaresche- e la scuola è fondamentale nei territori con pressione mafiose- vanno in negozio comprano e il libro e vogliono che glielo firmi Savina».
Far conoscere la storia, far cambiare la percezione su quel luogo e ristrutturare le case con una bandiera tricolore per dire che la mafia può essere battuta sono i tre obiettivi dei due scrittori. Pif ha anche lanciato un appello al candidato presidente della Regione Sicilia Renato Schifani per anni avvocato del costruttore.
«Renato nel caso tu diventassi presidente della Regione passa dalla nostra parte a gratis e aiutaci a ricostruire il palazzo di cui tu sai tutto», il monito ironico.
Il premio a Luciano Canfora, venuto a Foggia in compagnia del suo storico editore Alessandro Laterza, è un riconoscimento al suo metodo e alla sua sterminata cultura, capace di esprimere concetti complessi con chiarezza e brevità.
Constanter et non trepide è il motto del logo di Laterza, che esplorando il territorio e conoscendo gli scrittori, pubblicò il primo libro del docente barese ben 50 anni fa, ha ricordato l’editore.
«Intendo il Premio I fiori blu all’opera omnia di Luciano Canfora, che è scrittore prolifero perché ha metodo, punti di vista nitidi, è esplicito e soprattutto ha una capacità di far capire attraverso le vicende dell’antichità. Se si è fortunati capita di incontrare Tucidide nelle sue pagine. Lo premiamo per la sua capacità che non ha eredi. Ha un dono in più, anche se si è agli antipodi dalle sue idee i suoi sono libri di grandissimo fascino», ha illustrato prima dell’intervista Paolo Mieli.
Nel suo ultimo saggio lo storico paragona l’attuale conflitto ucraino con la più lunga guerra dell’antichità, quella tra Sparta e Atene.
«Tucidide viveva nel V secolo avanti Cristo, era amministratore di miniere d’oro, fu eletto stratego e si trovò a vivere quando la guerra lunghissima tra Sparta e Atene. Annotò giorno per giorno chiedendosi le cause vere. Un trentennio di guerra, la posta in gioco era l’egemonia. Perché è inevitabile il conflitto?Un conflitto inevitabile è responsabilità di entrambi. Non per estrosità mi è venuto in mente che nel conflitto che dura da tanti mesi da porre in prova è la categoria della responsabilità remota per capire l’elemento dinamico del conflitto tra potenze, che trascina più soggetti», è stata la breve e mirabile lezione di Canfora. Come allora Sparta non riconobbe la Lega ateniese, oggi non si riconoscono altri trattati. I «sottili precedenti storici» aiutano a capire l’oggi.
Una piacevole sorpresa della serata è stato il riconoscimento al testo di Daniela Brogi “Lo spazio delle donne” edito da Einaudi sollecitato dall’associazione di servizio Soroptimist club International di Foggia, perché come ha spiegato Elisabetta Checchia «ha saputo delineare lo spazio in cui si muovono le donne attraverso un cambio di prospettiva, per creare ponti e forme di reciprocità», laddove, come ha detto la scrittrice, «c’è ancora molto da fare e da dire e c’è da inventare parole che restituiscano spazi alle donne valorose e a tutti». La docente toscana ha devoluto il dono in denaro all’associazione Impegno Donna, attiva a Foggia dal 1991 e oggi responsabile di un Cav contro la violenza sulle donne, presieduta da Franca Dente e rappresentata dalla socia fondatrice Carlotta Giuliani.
La serata con la consegna ai premiati dell’opera simbolo del Premio Nazionale, si è conclusa con i ringraziamenti all’Associazione I fiori blu e alla direttrice Alessandra Benvenuto, da parte del presidente Paolo Mieli che ha precisato: “Il premio nato prima della pandemia, da una scintilla ideativa dello scrittore Marco Ferrante, anche lui membro della Giuria Tecnica, «non ha mai fallito un colpo».