È scoccata l’ora della sentenza per “Grande Carro”, maxi operazione antimafia contro il clan Delli Carri, costola della batteria foggiana Sinesi-Francavilla. Nelle scorse ore la gup Perrelli ha chiuso il rito abbreviato attraverso condanne e assoluzioni. Il blitz di DDA e carabinieri del Ros risale ad ottobre 2020 quando finirono in cella presunti mafiosi foggiani e funzionari regionali ma anche professionisti e intermediari dei clan. L’ordinanza monstre, oltre mille pagine, svelò una serie infinita di reati. Associazione di tipo mafioso, riciclaggio, estorsione, illecita concorrenza con minaccia o violenza, sequestro di persona a scopo di estorsione, detenzione illegale di armi/esplosivi, truffe per il conseguimento di erogazioni pubbliche (anche con riferimento a quelle UE) ed altri delitti, tutti aggravati ex art. 416 bis.1 C.P, per aver agevolato le attività di una organizzazione mafiosa.
Spiccano i 16 anni di carcere inflitti a Franco Delli Carri detto “U’ Malat”, uno dei capi dell’organizzazione insieme al fratello Donato, quest’ultimo sotto processo a Foggia col rito ordinario insieme ad altre persone coinvolte nel blitz. I due, nipoti del boss Roberto “lo zio” Sinesi, sono volti noti della storia criminale del capoluogo dauno.
11 anni di carcere a Cristoforo Aghilar, uomo di Orta Nova già imputato in altro processo con l’accusa di aver ucciso l’ex suocera. 16 anni di reclusione a Michele Pelosi. La lista continua con Vincenzo Buonavita, condannato alla pena di 9 anni di reclusione; 11 anni, invece, ad Adriano Leone; 7 anni e 4 mesi a Luciano Cupo, nome noto agli inquirenti, vicino al boss Sinesi. E ancora, 3 anni a Gerardo Pergamo, 6 anni e 8 mesi a Francesco Russo, 7 anni e 4 mesi a Cono Morena, 2 anni e 8 mesi ad Alessandro Magalotti.
I giudici hanno condannato tutti gli imputati al pagamento delle spese processuali e a quelle di mantenimento durante la custodia cautelare in carcere.
Aghilar, Pelosi, Buonavita, Spinetti, Delli Carri, Leone, Cupo, Russo, Morena, Pergamo e Magalotti sono stati condannati al risarcimento dei danni subiti dalle costituite parti civili, Regione Puglia e associazione di volontariato Giovanni Panunzio, nonché al pagamento delle spese processuali delle parti civili che liquida in 3870 euro per la Regione Puglia e in 1920 euro per l’associazione Panunzio (da versarsi, per quest’ultima, a favore dello Stato anticipatario) oltre a spese forfettarie ed altri accessori di legge.
“Non luogo a procedere” nei confronti di Magalotti in ordine ad alcuni reati. Parziale assoluzione per Pelosi in ordine ad un’accusa nei suoi confronti e assoluzione piena per l’avvocato Michele Pio Gianquitto, quest’ultimo “per non aver commesso il fatto e perché il fatto non sussiste”.
La gup ha inoltre ordinato la confisca dei beni in sequestro nei confronti di Delli Carri e Pelosi e disposto la restituzione di quanto in sequestro nei confronti di Pasquale Spinetti, assolto dall’accusa di mafia e cinque estorsioni.
“Esprime soddisfazione Michele Vaira, legale di Spinetti: “La sentenza ha accolto quasi in pieno tutte le richieste difensive, la prima delle quali esclude l’appartenenza del mio assistito ad un sodalizio mafioso dedito alle estorsioni. Molto significativo il fatto che il giudice abbia restituito l’intero patrimonio, frutto di onesto lavoro, inizialmente posto sotto sequestro e affidato ad un amministratore giudiziario”.
(In alto, Franco Delli Carri in una foto degli anni ’90; sotto, Cupo e Aghilar)
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