“Non è una questione di poltrone, ma di impegni parlamentari che vanno esercitati”. Si esprime così l’onorevole Marialuisa Faro, vicepresidente alla Camera del gruppo Insieme per il Futuro e unica parlamentare di Capitanata ad aver seguito il ministro degli Esteri Luigi Di Maio nella scissione dal M5S. Con la crisi di governo voluta dal “partito di Conte”, come lo chiama Faro citando il sociologo ex grillino Masi, “gli effetti sul Paese sarebbero devastanti”.
Sono ben 19 i punti, elencati in un documento, che salterebbero per colpa di una fine anticipata della legislatura. Faro segue alla lettera la linea governista: “Andando a votare in autunno non si raggiungono gli obiettivi del Pnrr necessari per ottenere entro fine anno quasi 22 miliardi di euro; salta il salario minimo, nessun aumento di stipendio per i lavoratori che percepiscono meno di 9 euro l’ora; salta il taglio del cuneo fiscale, misura necessaria per aiutare le imprese; si va in esercizio provvisorio e non sarà possibile programmare gli investimenti per il prossimo anno; non si potranno fare provvedimenti contro il caro bollette; non si potranno contrastare gli aumenti della benzina; il governo non potrà fare nuovi accordi sul gas; non si potranno rinnovare bonus come quello da 200 euro; salta la battaglia sul tetto massimo al prezzo del gas in Ue; si indebolisce l’Italia ai tavoli internazionali e su temi come la riforma del Patto di Stabilità non riusciremo a incidere; nessuna riforma delle pensioni e si torna alla legge Fornero; aumentano i tassi dei mutui per comprare una casa; non si riuscirà a fare la riforma del fisco per abolire l’IRAP e semplificare gli adempimenti ad autonomi e partite IVA; non sarà possibile contrastare l’inflazione attraverso la riduzione dell’IVA sui prodotti di prima necessità; non si potranno fare interventi straordinari per aiutare famiglie e imprese durante l’emergenza; salta la riforma degli Enti Locali, necessaria per aiutare i sindaci a garantire servizi primari ai cittadini; salta il ddl sulla concorrenza, necessario per ottenere i fondi del Pnrr e per ottenere liberalizzazioni in favore dei consumatori; non sarà possibile rifinanziare il Superbonus; non sarà possibile contrastare l’emergenza siccità”.
L’ex portavoce sannicandrese è convinta che solo una fronda interna al M5S voglia davvero andare al voto. “Il M5S è il partito dell’odio. Per risalire nei sondaggi e per beghe interne, il partito di Conte sta condannando il Paese al collasso economico e sociale. Non capisco la narrazione di chi dice: tanto il Governo ha i numeri. Questo esecutivo è nato per un governo di unità nazionale, senza una delle forze politiche di maggioranza non avrebbe più motivo di esistere. Mi meraviglio del mio collega parlamentare Marco Pellegrini. Perdere di vista gli obiettivi, solo per qualche punto percentuale in più o peggio per tornare forza di opposizione dura e pura dimostra solo che si è ragionato poco, e non con la propria testa.”