Chieste pene pesantissime nel processo “Decima Azione” alla mafia foggiana. Quattro gli imputati che scelsero il rito ordinario, tutti gli altri – tra i quali i maggiori boss – sono già stati condannati nell’abbreviato a Bari. Il pm Capano della Dda di Bari ha chiesto 22 anni per Giuseppe “Papanonno” Spiritoso, 9 anni e mesi 4 per il figlio Lorenzo, 20 anni a Giuseppe Albanese alias “Prnion” e 22 anni a Fabio Tizzano. Tra le accuse mafia, estorsioni e tentato omicidio. Tra poche settimane arringhe difensive, poi la sentenza. Gli imputati sono tutti ritenuti appartenenti al clan Moretti-Pellegrino-Lanza, sodali del Mammasantissima Rocco Moretti, detto “Il porco”, boss storico della “Società Foggiana”, ristretto al 41bis nel carcere di L’Aquila.
Spiritoso è accusato di estorsione aggravata in concorso materiale e morale con Alessandro Aprile e Francesco Tizzano (tra i condannati in abbreviato) ai danni del gestore dell’Agriturismo “Rotarott”, minacciato e costretto a versare 1500 euro. Reato aggravato dalla mafiosità, al fine di agevolare la batteria dei Moretti.
I due Spiritoso, in concorso con altre persone già processate a Bari, sono accusati di aver estorto denaro al fornitore di pneumatici Di Gianni. Per Giuseppe Spiritoso c’è inoltre l’accusa di estorsione a “Carni & Affini”: il titolare sarebbe stato costretto a versare 4mila euro nel periodo natalizio con l’impegno di versare altri 4mila euro a Pasqua.
Infine, Fabio Tizzano è accusato del tentato omicidio di Mimmo Falco, organizzato ed eseguito insieme a persone non identificate in risposta al tentato omicidio del boss Vito Bruno Lanza detto “U’ lepr”. Falco fu colpito da colpi d’arma da fuoco alla schiena che gli provocarono la paralisi permanente dell’attività di locomozione. In questo processo si sono costituiti parti civili associazione Panunzio, Confindustria Puglia e Foggia, Comune di Foggia e Regione Puglia. Solo pochi giorni fa, nell’aula bunker di Bitonto, la DDA ha chiesto condanne severe a quasi 30 imputati del processo “Decimabis”, seguito di “Decima Azione”. (In alto, da sinistra, Fabio Tizzano, Giuseppe Albanese e Giuseppe Spiritoso, tutti in videoconferenza durante un’udienza del processo)