“Bene, cioè male: il Laboratorio Urbano Culturale di Manfredonia, il Luc ‘Peppino Impastato’ che tutti conoscono, ha smesso di vivere“. Lo riporta una nota firmata dai gruppi di minoranza, Manfredonia Civica, Molo21, Progressisti Dem, Movimento est e Progetto popolare.
Nel mirino l’amministrazione comunale cittadina accusata di aver “staccato la spina ai Bollenti Spiriti che hanno animato il laboratorio per più di un decennio, portando innovazione ed entusiasmo in uno dei primi esperimenti di politiche attive culturali del territorio. Non si vuole entrare nel merito dell’ultima gestione degli spazi dell’ex Mercato Ittico (non possiamo sostituirci alla società incaricata per presentare, nel caso, la propria lettura dei dati) o nelle interpretazioni della convenzione di affidamento (e dei termini e della possibilità di una proroga dei termini di scadenza della stessa); ma riteniamo che la maggioranza politica che governa la città avrebbe dovuto avviare un percorso di confronto e animazione, soprattutto con le forze associative e d’impresa più attive in città, per ridare slancio al Laboratorio. E non, sic et simpliciter, ‘terminarne’ le attività con un colpo di spugna e destinare lo spazio ad hub vaccinale. Per carità, non si vuole mettere in dubbio la necessità del presidio sanitario, ma riteniamo che si sarebbe dovuta esplorare con attenzione un’ipotesi alternativa e non, maldestramente, porre fine di botto ad un’esperienza che, pur con tutte le criticità del caso, aveva portato avanti, spesso surrogando l’ente pubblico, le politiche culturali e artistiche (comprese le produzioni musicali: con un gioco di parole, potremmo dire che il Governo locale ha deciso che il miglior modo per combattere i No Vax fosse quello di opporvi un sonoro No Sax…)”.
Per la minoranza “è infatti incontrovertibile la circostanza che, qualsiasi giudizio sommario si voglia dare delle attività del Luc, quello è stato il luogo d’innumerevoli iniziative di valore culturale, artistico, storico e delle tradizioni; per di più affidandone la gestione a soggetti privati, realizzando in concreto la cooperazione tra pubblico e privato che sempre di più si afferma come l’unica possibile in materia. Tante le realtà associative attive in città che hanno trovato nel Luc lo spazio in cui rappresentare al meglio la propria vitalità, soprattutto in un contesto di mancanza di alternative di spazi pubblici ‘al chiuso’ adeguati. Promozione del volontariato, contrasto alle forme di fragilità e svantaggio, sviluppo della cittadinanza attiva, produzione artistica e culturale, eventi: tutto ciò che, in questi anni, è andato in scena al Luc, dove troverà ora posto?”
E ancora: “Quanto è distante ciò che accade, ad esempio, qui vicino: a Foggia, l’approssimarsi del termine di scadenza della gestione di Parcocittà (‘Un luogo in cui offrire spazio ai giovani, attraverso eventi e concerti pensati per dar spazio ai talenti del territorio’) ha portato ad un acceso confronto tra le realtà associative e d’impresa del capoluogo di provincia sulle modalità di definizione della nuova gestione. Non certo a chiudere lo spazio o a destinarlo a tutt’altro”.
“È quello che chiediamo di fare con urgenza all’amministrazione comunale: avviare un confronto che porti ad un rilancio del Laboratorio Urbano, magari partendo proprio dall’analisi delle criticità che si sono manifestate nel tempo. Senza dimenticare che, sulle economie di gestione del Luc non possono non aver pesato, in modo rilevante, gli effetti collaterali della pandemia, come lockdown e confinamenti. Di più: il Luc ha rappresentato, pur con tutte le precauzioni del caso, l’unico luogo d’incontro e riflessione in un periodo in cui il distanziamento ha ridotto al massimo le occasioni di socializzazione e messo in crisi il sistema di relazioni collettive, con tutte le conseguenze sul benessere psicologico e la qualità della vita della comunità, soprattutto nei più giovani.
È di pochi giorni fa (finalmente!) la presentazione del programma di governo della maggioranza di Palazzo San Domenico: un elenco di slogan e meri titoli di azione che qualche dubbio lo lascia. Che comunque, però, resta ‘carta scritta‘ e non, ci auguriamo, ‘straccia’. Allora, alla luce della decisione presa sul Luc, resta lo sconcerto nel leggervi sul tema della cultura il proposito di ‘migliorare la fruizione di luoghi e spazi pubblici (Biblioteca, Teatri, Laboratorio Urbano Culturale, ecc.) per favorire l’apprendimento di arte, storia e cultura locale’! E sotto il titolo, ahinoi allo stato fortemente esplicativo, di ‘è ora di fare’… Fiat Luc e Fiat Lux, in conclusione: che il laboratorio Urbano Culturale possa al più presto riprendere il suo percorso e che il buon senso illumini la maggioranza di governo della città e la spinga a tornare sui suoi passi. Noi – concludono dall’opposizione – faremo la nostra parte, anche a supporto dell’azione delle realtà locali che vogliano far sentire la propria voce. Ad maiora!”. (In alto, il Luc; nel riquadro, il sindaco Gianni Rotice con uno dei leader dell’opposizione, Gaetano Prencipe)