“Nonostante il trasferimento ad altro incarico, può influire sulle procedure amministrative della Regione Puglia anche da dietro le quinte”: è dura l’ordinanza con cui il Tribunale del Riesame ha rigettato la richiesta di scarcerazione del foggiano Lorenzo Mazzini, il funzionario del dipartimento Agricoltura arrestato a novembre per corruzione assieme a quattro imprenditori e un consulente agronomo. Lo riporta Repubblica Bari.
L’uomo, difeso dal legale Raul Pellegrini, è al centro dell’inchiesta “Radici” sui fondi del Psr che insieme ai dirigenti Giuseppe Vacca e Domenico Campanile avrebbe fatto ottenere agli imprenditori (tra questi anche alcuni del Gargano) in cambio di denaro. Il collegio presieduto dal giudice Giuseppe Battista – scrive ancora Repubblica – ha condiviso l’impostazione della gip Anna Perrelli e parlato dell’esistenza di “un comitato d’affari composto da funzionari, imprenditori agricoli e loro consulenti”. Un gruppo che non ha smesso di operare neppure dopo aver saputo di essere sotto inchiesta, con le perquisizioni effettuate dalla Guardia di finanza nel novembre 2020. All’epoca, in casa di Mazzini furono trovati gli appunti con i nomi delle ditte e le cifre che gli avevano versato.
Subito dopo, il funzionario – ricorda ancora Repubblica – cercò di contattare uno degli imprenditori che aveva aiutato “dal telefono di un collega, per eludere le investigazioni”. “La vicenda ha messo in luce la spregiuticatezza e pervicacia del funzionario – ha scritto il Riesame – che ha continuato a contattare gli imprenditori e i tecnici coinvolti anche dopo la perquisizione”. Questa rete di contatti si è mantenuta “fino a tempi recentissimi” e, proprio questo, induce i giudici a ritenere non esaurito il pericolo di inquinamento probatorio connesso alla scarcerazione Stesso ragionamento viene fatto in relazione alla possibile reiterazione del reato: “La circostanza che non svolga più il ruolo di funzionario istruttore delle pratiche relative al Psr, essendo stato destinato ad altro incarico, non elimina il pericolo, vista la fitta rete di conoscenze all’interno della Regione”.
Per l’ente, invece, il trasferimento è misura attualmente sufficiente, nell’ottica di un futuro procedimento disciplinare e considerato che Mazzini è sospeso dal giorno dell’arresto. Tuttavia – come ha spiegato qualche giorno fa in audizione il segretario della giunta regionale Roberto Venneri – “Le operazioni di riorganizzazione hanno riguardato anche la modalità di attuazione della misura specifica del Psr”.