Sabato mattina, per diverse ore, a Manfredonia, i carabinieri della locale Compagnia, con il supporto tecnico del personale della Motorizzazione Civile di Bari, hanno effettuato un controllo alla circolazione stradale, dando una stretta all’uso improprio di biciclette elettriche modificate. I mezzi controllati circa 10, di cui 7 successivamente sequestrati per numerose irregolarità riscontrate, sono stati sottoposti ad una verifica approfondita mediante utilizzo del Banco Prova Velocità della Motorizzazione Civile di Bari. Nello specifico è stato accertato che le “7 biciclette”, nessuna esclusa, erano dotate di kit clandestini che consentivano ai conducenti di muoversi agilmente per le vie cittadine al pari di un vero e proprio scooter elettrico, indipendentemente dalla forza muscolare impressa sui pedali, al punto che alcuni mezzi sottoposti a verifica ne erano completamente sprovvisti, segno inequivocabile della loro inutilità. A seguito delle modifiche, le ex biciclette a pedalata assistita sono state trasformate in veri e propri ciclomotori, con tutto quello che il codice della strada impone nel caso di circolazione su pubblica via: una patente di guida, l’uso del casco protettivo, l’immatricolazione e quindi la targa.
L’articolo 50 del cds é molto chiaro e stabilisce la natura dei velocipedi, fissando condizioni e caratteristiche cui tali veicoli devono essere assoggettati “I velocipedi sono i veicoli con due ruote o più ruote funzionanti a propulsione esclusivamente muscolare, per mezzo di pedali o di analoghi dispositivi, azionati dalle persone che si trovano sul veicolo; sono altresì considerati velocipedi le biciclette a pedalata assistita, dotate di un motore ausiliario elettrico avente potenza nominale continua massima di 0,25 KW la cui alimentazione è progressivamente ridotta ed infine interrotta quando il veicolo raggiunge i 25 km/h o prima se il ciclista smette di pedalare”. Perché quindi si possa parlare di bicicletta elettrica a pedalata assistita è necessario che il veicolo si muova esclusivamente utilizzando i pedali anche nel caso in cui esista un motore ausiliario che faciliti la pedalata. I mezzi in sequestro, invece, potevano percorrere chilometri senza mai pedalare grazie ad un acceleratore o potenziometro posto sul manubrio.
I controlli hanno permesso di scovare 2 “stranissimi congegni di accelerazione”. In un caso, l’ignoto abile meccanico, aveva posizionato l’acceleratore sulla manopola sinistra anziché destra e, come se non bastasse, per rendere il dispositivo ancor meno individuabile, si attivava ruotando la manopola in senso contrario; nell’altro, l’acceleratore si avviava facendo pressione in senso contrario sulla leva del freno. Due singolari sistemi che ad un controllo sommario sarebbero probabilmente passati inosservati. Ai trasgressori, cui sono stati sequestrati i mezzi per la successiva confisca, sono stati sono stati contestati i seguenti articoli del codice della strada art.193 (circolazione senza copertura assicurativa), art. 116 (guida senza patente perché mai conseguita), art. 171 (guida senza fare uso del casco protettivo), art. 97 (guida di veicolo non immatricolato e quindi privo di targa e carta circolazione).