Prosegue senza sosta la campagna di scavi archeologici a Siponto, nel quadro del progetto pluriennale Sipontum: archeologia globale di una città portuale. Lo scavo è diretto dai professori Roberto Goffredo, Maria Turchiano e Giuliano Volpe ed è condotto congiuntamente dalle Università di Bari e di Foggia, in stretta collaborazione con il Parco archeologico di Siponto della Direzione regionale musei della Puglia e in regime di concessione da parte della Soprintendenza Archeologia Belle Arti Paesaggio di Foggia.
Alla campagna stanno partecipando studenti delle due Università pugliesi, che hanno recentemente dato vita a un nuovo Corso di Laurea Magistrale in Archeologia inter-ateneo, oltre a dottorandi di ricerca.
“Sono state compiute nel sito importanti indagini geofisiche – ci raccontano i direttori dei lavori – da cui è stata rilevata la presenza nel sottosuolo delle strutture della città romana e di quella medievale; lo scavo si concentrerà dunque in un primo momento in due aree, una in corrispondenza dell’antico anfiteatro, l’altra in corrispondenza di una porzione di un isolato della città romana, sulla quale si sovrapposero gli edifici di età medievale.
Il termine degli scavi è previsto per il 15 ottobre, ma continueranno le indagini geofisiche per giungere a una pianta completa della città all’interno delle mura. L’area è stata indagata in minima parte finora e riserverà di certo molte sorprese”.
Sipontum fu la prima colonia marittima romana, fondata nel 194 a.C. Conobbe un notevole sviluppo in età imperiale e tardoantica, quando divenne sede di un’importante diocesi paleocristiana, incrementando la funzione di scalo mercantile.
“Siponto – aggiunge Giuliano Volpe – rappresenta un caso esemplare di città antica e medievale abbandonata e consente pertanto di approfondire numerosi temi, dalla fisionomia di una colonia romana a quella della città nelle fasi tardoantica e medievale e in particolare al ruolo centrale del porto, oggi interrato ma in antico perfettamente funzionante, base operativa anche dei commercianti di grano apuli.
Lo scavo intende essere solo una parte di un intervento più ampio di conoscenza, tutela, valorizzazione e fruizione dell’area archeologica di Siponto, condotto anche secondo i principi dell’archeologia pubblica, con il pieno coinvolgimento della comunità locale, del mondo delle imprese, dell’associazionismo, della cultura e della scuola”.