Rignano Garganico sempre più capitale dell’archeologia pugliese. Il piccolo borgo del Parco Nazionale del Gargano dopo aver inaugurato il Museo, punta a riaprire al pubblico la Grotta Paglicci, uno dei siti di interesse archeologico di maggior rilievo in Italia e in Europa.
Durante le campagne di scavo eseguite a partire dagli anni Sessanta da alcuni tra i più importanti archeologi in Italia e in Europa, tra cui il prof. Arturo Palma di Cesnola al quale fu conferita anche la cittadinanza onoraria di Rignano Garganico, sono stati rinvenuti oltre 45.000 reperti, tra cui una ricchissima industria litica e arte mobiliare, resti ossei di fauna e, tra i reperti di maggior rilevanza, due sepolture umane, la prima datata 24750 anni da oggi mentre la seconda 23000 anni da oggi, sotto ocra con notevoli acconciature ornamentali e corredi funebri, oltre ad altre ossa umane appartenenti al periodo Gravettiano ed Epigravettiano.
Ma la scoperta più sensazionale fu certamente quella di una serie di pitture, tra cui l’incantevole, celebre ‘Cavallo di Paglicci’, eseguite dai Paleolitici sulle pareti di una saletta lontana dall’ingresso attuale della grotta e accessibile attraverso un cunicolo dal soffitto assai basso. L’annuncio nel corso dell’ultimo Archaeology Day al quale hanno partecipato amministratori locali e rappresentanti di associazioni, oltre che studiosi di fama.