Stava per imbarcarsi per una crociera nel Mediterraneo ma al posto dello staff della MSC ha trovato i carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli che gli hanno messo le manette ai polsi. Protagonista della vicenda è Stefano Cursio, 22enne di Apricena in provincia di Foggia, arrestato con l’accusa di essere uno degli autori della rapina a mano armata ai danni di un furgone portavalori avvenuta all’esterno del centro commerciale “GrandEmilia” di Modena lo scorso 20 gennaio. Lo riporta ilmattino.it. Cursio è nome noto agli inquirenti, gravitante negli ambienti della criminalità dell’Alto Tavoliere.
Insieme a lui un’altra faccia conosciuta, quella di Luca Popolo, 32enne sanseverese, anche lui sospettato di appartenere alla banda. Popolo, già arrestato in passato nelle operazioni “Reditus” e soprattutto “Gold Rush”, è stato rintracciato presso la sua abitazione di San Severo dai militari del locale Gruppo Operativo. La loro cattura – riporta ancora ilmattino.it – è frutto di un’articolata attività investigativa avviata dagli inquirenti emiliani e che ha permesso di ricostruire le fasi del “colpo” che alla banda aveva fruttato non meno di 150mila euro. In particolare, grazie alla visione delle telecamere presenti lungo il percorso di fuga utilizzato dai rapinatori e dai rilievi eseguiti sulla macchina che era servita per la rapina, i carabinieri di Modena erano riusciti a circostanziare i sospetti su un gruppo di pregiudicati della provincia foggiana specializzati nelle rapine ai portavalori. In particolare grazie anche alle intercettazioni telefoniche si era scoperto che Cursio e Popolo erano due componenti della banda entrata in azione nel parcheggio del centro commerciale modenese. Una rapina eseguita con tattiche paramilitari con due dei rapinatori che armati di fucile a pompa e pistola riuscivano a disarmare una delle guardie giurate, di cui si appropriavano anche della pistola, e a impossessarsi delle sacche contenenti l’incasso del centro commerciale. Quindi la fuga su un’auto, risultata, poi, rubata, e ritrovata dopo appena un chilometro dal luogo della rapina.
Anche in questo caso la banda non aveva lasciato niente al caso dato che gli interni dell’abitacolo erano stati completamente coperti con la schiuma di un estintore in modo da cancellare possibili impronte digitali. Precauzione che, tuttavia, si era rivelata inutile quando, alcune settimane dopo la rapina, un imprevisto mette gli investigatori dell’Arma sulla pista giusta per arrivare all’identificazione dei responsabili. Nei primi giorni di marzo, i carabinieri di Torino intercettano due vetture che alla loro vista tentano di darsi alla fuga. Dopo un inseguimento di alcuni chilometri, uno dei veicoli veniva bloccato e l’autista tratto in arresto. Si tratta di un parente di uno degli arrestati per la rapina al GrandEmilia. Il motivo della fuga è stato scoperto durante le perquisizioni sull’auto al cui interno sono stati trovati fucili, chiodi per bloccare la marcia dei veicoli, guanti, scaldacollo e giubbotti antiproiettile, l’intero occorrente per una nuova rapina. Dagli accertamenti sul suo conto sono emersi, quindi, i rapporti non solo familiari con uno degli odierni indagati. Il cerchio intorno a Popolo e Cursio inizia a stringersi ma la stretta finale arriva quando gli investigatori modenesi apprendono che Cursio sta per imbarcarsi da Napoli per una crociera che lo porterà in Spagna e a Malta. A questo punto scatta l’ordine di cattura che da Modena viene immediatamente trasmesso a Napoli e a Foggia. Nel capoluogo partenopeo, i militari del Nucleo Investigativo, dopo essersi assicurati della presenza di Cursio, iniziano a tenerlo sotto controllo fino a quando il giovane rapinatore non si presenta all’imbarco della MSC Seashore pronto per la vacanza. Immediatamente bloccato, senza che l’incolumità degli altri passeggeri fosse messa in pericolo, dopo le formalità di rito presso gli uffici della caserma Pastrengo, Cursio è stato trasferito nel carcere di Poggioreale e messo a disposizione dell’autorità giudiziaria. (fonte ilmattino.it)