Sarà molto probabilmente su richiesta l’erogazione della indennità di fine mandato dei consiglieri regionali pugliesi, e comunque quando sarà individuata la provvista economica da cui attingere le risorse. La norma è stata approvata e diventa subito operativa perché a settembre sarà varata con delibera dell’ufficio di presidenza, la relativa disciplina applicativa.
E intanto le polemiche sul “regalo d’agosto” che si sono fatti i consiglieri regionali non si placano, con la pentastellata Antonella Laricchia che annuncia già un emendamento abrogativo. Il segretario della Uil Puglia Franco Busto, dopo che sul Repubblica aveva già tuonato nella stessa direzione il presidente regionale di Confindustria Sergio Fontana, si rivolge al Consiglio regionale chiedendo che “impieghi l’armonia e la compattezza trovate per reintrodurre il trattamento di fine mandato per approvare misure a favore dell’occupazione, visto che evidentemente le risorse ci sono”.
La norma
L’emendamento approvato all’unanimità dai 40 presenti in Consiglio regionale nell’ultima seduta prima della pausa estiva, il 27 luglio scorso, portava la firma di tutti i capigruppo di maggioranza e opposizione: Filippo Caracciolo (Pd), Gianfranco Lopane(Con), Davide Bellomo (Lega), Stefano Lacatena (Fi), Ignazio Zullo (FdI), Paolo Dell’Erba (Misto), Massimiliano Stellato (Popolari), Grazia Di Bari (M5S).
Prevede, con effetto retroattivo dal primo gennaio 2013, una indennità di 35mila 500 euro per ciascun consigliere (pari al mensile lordo di 7.100 euro moltiplicato per gli anni di mandato): circa 2 milioni di euro per l’intera legislatura, con “una trattenuta obbligatoria nella misura dell’1 per cento a titolo di contributo per la corresponsione dell’assegno di fine mandato”. “L’attribuzione dell’indennità – si legge nell’emendamento – è effettuata entro tre mesi dall’inizio della nuova legislatura o dalla cessazione del mandato”.
Su queste indicazioni di massima, l’ufficio di presidenza dovrà ora lavorare a una disciplina applicativa che stabilisca tempi e modi dell’erogazione, oltre al reperimento delle risorse. Se ne parlerà dopo le ferie, magari prendendo spunto dalle discipline in vigore nelle Regioni dove il tfm (trattamento di fine mandato) già esiste da tempo.
“Chi vorrà dovrà farne richiesta – dicono dalla segreteria generale del Consiglio regionale – perché essendo prevista una quota di compartecipazione, l’indennità non è automatica ma dovrà essere il beneficiario a chiederla autorizzando l’amministrazione al prelievo dell’1 per cento per accantonamento somme”.
La polemica
A sollevare critiche e accuse, dopo che l’approvazione dell’emendamento era passata in sordina, inserita tra gli articoli aggiuntivi alla legge sui debiti fuori bilancio, è stata qualche giorno dopo la consigliera del M5S Laricchia, in disaccordo con i suoi stessi compagni di partito che la norma l’hanno firmata e votata.
E ora Laricchia torna sull’argomento annunciando che nel primo Consiglio regionale utile di settembre presenterà un emendamento abrogativo. “Voglio dare a tutti l’occasione di rimediare – dice – e in quella occasione li metteremo di nuovo alla prova”. Nella polemica si inserisce il segretario generale della Uil Puglia, Busto. “La politica – dice – impieghi la stessa armonia trasversale trovata per approvare la reintroduzione del trattamento di fine mandato per approvare misure urgenti per tutelare i lavoratori pugliesi e creare le condizioni per la creazione di nuova occupazione”.
Il presidente della Regione, Michele Emiliano, che a quella seduta era assente per motivi di salute, non è intervenuto direttamente ma il suo consigliere politico, Giovanni Procacci, fa sapere che era “all’oscuro dell’emendamento” e che quando lo ha appreso “è rimasto stupito e fortemente amareggiato”. (fonte Repubblica Bari)