Continua l’opera di recupero dei beni confiscati alla criminalità organizzata. Dopo l’ex villa del boss Lanza, affidata al Consorzio Opus per progetti sociali, il Comune di Foggia ha emesso una nuova delibera riguardante fabbricato e terreno in contrada Pietrafitta, un tempo riconducibili al pregiudicato Michele Morelli. Per questi beni, valore 320mila euro, è scattata “l’acquisizione – si legge nel documento – al patrimonio comunale di beni sequestrati e confiscati ricadenti all’interno del Comune di Foggia”.
“Nell’ambito del procedimento n. 47/15 del Tribunale di Foggia – riporta ancora la delibera –, con decreto n. 129/2015 R.M.P. emesso dal Tribunale di Foggia Il Sezione Penale – Ufficio Misure di Prevenzione in data 23 settembre 2015, depositato in data 8 ottobre 2015, confermato con decreto della Corte d’Appello di Bari IV Sezione penale con sentenza n. 7/2016 M.P. del 15 settembre 2016, depositata il 30 settembre 2016, definitiva a seguito di sentenza della Corte Suprema di Cassazione del 14 febbraio 2017, è stata disposta la confisca in danno di Morelli Michele, dei seguenti beni: fabbricato ubicato in Foggia, contrada Pietrafitta, valore 272.255,00 euro e terreno ubicato in Foggia, in contrada Pietrafitta, valore 47.577,360 euro. I beni sono trasferiti, nello Stato di fatto e di diritto in cui si trovano, al patrimonio indisponibile al Comune di Foggia per finalità sociali“.
Era il 2015 quando la Guardia di Finanza e la Divisione Anticrimine della Polizia di Stato misero i sigilli a villa, terreno e ad un box del pregiudicato foggiano, Morelli. Già nel 2014, la Polizia di Stato condusse articolate indagini che consentirono di “raccogliere – riportava la nota stampa dell’epoca – sintomatici indizi relativi alla pericolosità sociale del Morelli – gravato da precedenti penali e di polizia in materia di associazione a delinquere finalizzata al contrabbando di alcool e sigarette nonché per vari reati contro il patrimonio – e, pertanto, di sottoporlo, con provvedimento del Tribunale, alla misura della Sorveglianza Speciale di Pubblica Sicurezza per la durata di un anno. Parallelamente, i militari del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza, su richiesta del questore di Foggia, avviarono accertamenti patrimoniali fino ad appurare la disponibilità di una villa – che nel frattempo era stata intestata ad un prestanome – i cui valori di acquisizione e successivo realizzo risultarono sproporzionati rispetto ai redditi percepiti, di importi tali da non essere sufficienti neppure per le primarie esigenze familiari. L’Ufficio Misure di Prevenzione del Tribunale di Foggia condividendo l’impostazione accusatoria, che evidenziò la riconducibilità delle somme usate per la realizzazione dell’immobile alle attività illecite perpetrate nel tempo dall’indagato, emise un provvedimento di confisca eseguito a fine 2015 da finanzieri e poliziotti.