Certificati risultati fasulli. Per questo, un centinaio di operatori socio sanitari risultati idonei al concorsone del Policlinico “Riuniti” di Foggia sono stati esclusi dalla graduatoria finale. Dopo oltre un anno di verifiche, sono emerse diverse anomalie nei documenti presentati dai candidati, che ora si ritrovano a pagare un conto salato. Nell’ultimo mese, sono stati espunti con due determine distinte prima 20 vincitori, poi altri 96. Secondo la ricostruzione, gli operatori avevano conseguito un attestato di qualifica da OSS presso un centro di formazione non autorizzato dalla Regione Puglia o da altre regioni italiane (Enti titolati in maniera esclusiva in tale ambito). Si tratta della APS Pegaso, che ha realizzato decine di corsi di qualifica senza averne le dovute autorizzazioni di legge, ovvero senza poter rilasciare attestati idonei. Così, gli OSS si sono ritrovati a pagare e a seguire un corso che non gli darà mai la possibilità di lavorare.
Chi, tra questi, ha già iniziato a lavorare in strutture sanitarie e socio-sanitarie pugliesi e nazionali adesso rischia di vedersi licenziare per un attestato che non ha alcuna validità effettiva. Eppure, gli operatori avrebbero frequentato i corsi, pagati 1500-2000 euro. Facendo due calcoli, alla Aps Pegaso Istituto Europeo di Domenico Di Conza, direttore dell’emittente Sharing TV, sarebbero arrivati oltre 250mila euro. Il referente della società sotto i riflettori è già a processo per truffa al Tribunale di Foggia. Nel sito dell’istituto di via Matteotti, c’è il logo “Validacert” e, nella sezione “certificazioni” (l’unica cliccabile), spicca quella di “operatore socio sanitario”. Ma per la Regione Puglia non è così. E il Riuniti, dopo una serie verifiche anche con altre regioni d’Italia, ha dovuto adeguarsi alla decisione di Bari, così sintetizzata: “Gli attestati rilasciati dalla APS Pegaso non sono validi, non essendo tale soggetto un organismo accreditato per la formazione professionale e autorizzato all’erogazione di corsi di formazione OSS della Regione Puglia”.
C’è tutto un mercato sommerso, dunque, che sta facendo emergere un caleidoscopio di situazioni surreali, determinate all’enorme stato di bisogno di migliaia di persone alla ricerca di un posto di lavoro. Qualche anno fa c’erano i corsi seguiti in Capitanata con gli esami (non validi) in Emilia Romagna, ora ci sono una miriade di istituti – molti non accreditati – che propinano corsi di ogni genere, a pagamento, spesso senza alcuna validità. C’è voluto più di un anno, per via dei 14mila candidati (2mila sono gli assunti), perché si palesasse la verità di questi corsi farlocchi. Con centinaia di candidati gabbati. Molti dei quali, risultati poi vincitori di concorso, rimasti a mani vuote proprio mentre attendevano con gioia ed ansia la firma sull’agognato contratto.