Fitofarmaci, gel, addobbi natalizi e persino i libri di Harry Potter. Spese e favori di Iaccarino nelle 56 pagine dell’ordinanza cautelare firmate dal gip Sicuranza. L’ex presidente del Consiglio comunale è finito in carcere per corruzione e peculato, il consigliere comunale Antonio Capotosto ai domiciliari mentre ha ottenuto l’obbligo di firma l’imprenditore di Bovino, Francesco Landini. Indagato anche un ex dipendente del Comune di Foggia, G.M. per il quale è stata rigettata la richiesta dei pm di applicazione di misura coercitiva personale.
Ma è su Iaccarino che si concentrano maggiormente gli inquirenti. Il politico e l’ex dipendente sono indagati per aver accettato da Landini “dapprima la promessa di 5mila euro per Iaccarino e 4mila per G.M., oltre alla promessa di circa 2mila litri di gasolio agricolo e, successivamente, ricevevano parte delle predette utilità”. Stando alle carte dell’inchiesta, i due avrebbero influenzato gli uffici comunali affinché l’istanza di liquidazione per un importo di 26mila euro, avanzata dall’impresa di una parente di Landini, per una fornitura di fitofarmaci, fosse imputata ad una determinazione di spesa datata 6 giugno 2019 che, invece, autorizzava l’acquisto di fitofarmaci solo fino a 6800 euro e, inoltre, affinché in tal senso accelerassero i tempi necessari per la predetta liquidazione e il successivo pagamento”.
Iaccarino e Capotosto sotto i riflettori per aver abusato della loro posizione cercando di indurre, invano, i vertici di una società cooperativa attiva nel settore sociosanitario “a dare o promettere 20mila euro a favore dei due in relazione al riconoscimento di un debito fuori bilancio nei confronti della società cooperativa”.
C’è poi il peculato: con le “risorse finanziarie del municipio foggiano”, Iaccarino avrebbe acquistato decorazioni e suppellettili natalizie per 850 euro. Per poco più di 500 euro, il politico avrebbe fatto acquisti anche da Euronics comprando cartucce per stampanti, mouse, casse acustiche e una stampante. Materiale che “in parte teneva per sé e in parte consegnava ad un’intima amica”. Compere anche da Buffetti per materiale di cancelleria: nella lista degli acquisti zaini, righelli, penne e quant’altro. Per la saga di Harry Potter, invece, Iaccarino si recò alla Libreria Patierno.
“Particolare interessante, almeno a dimostrare la possibilità di poter giungere ad altri accordi corruttivi, lo Iaccarino invita il Landini a prepararsi a ‘grandi cose’ perché da martedì, ossia dal 22 settembre 2020 (giorno successivo alle elezioni regionali svoltesi in Puglia), il di lui cugino R.C. sarà il nuovo assessore all’agricoltura della Regione Puglia (cosa che invece non si verificò, ndr). Il Landini a tal punto ribatte che in ragione del ruolo istituzione che ricopre lo Iaccarino, e quindi grazie al suo interessamento, egli sarebbe dovuto diventare una potenza a Foggia, non essendosi fattivamente impegnato né all’Ataf, né all’Amica e né all’Amiu, ottenendo risposta dallo Iaccarino di non averlo potuto fare giacché ha avuto dei contrasti con il sindaco Landella, avendogli questo in passato bloccato i propri progetti”.
Iaccarino: “Oh, mo te lo dico mo, inizia a accocchiare… che mo che fa l’assessore quello devi essere pronto… faremo grandi cose… ma grandi si.. mo inizia a dire… martedì è arrivato… se io ti dico una cosa che quello andrà a fare l’assessore all’agricoltura… comincia a prepararti”.
“E a me? Il caffè? Dobbiamo fare metà ciascuno?”
Qui spunta Capotosto per il riconoscimento di un debito fuori bilancio ad una società cooperativa. “Lo Iaccarino – riportano le carte – richiede espressamente al consigliere Capotosto di contattare M.D. suggerendogli come rivolgersi al noto imprenditore: ‘vai là… te lo faccio iscrivere io subito se no… passa tempo e manco te lo votano… l’unico che sente il presidente a Foggia e provincia è Tonino Capotosto, se io vado da lui domani, domani me la devi mettere o non la mettere… no fa subito’”.
Per gli inquirenti, le frasi non lasciano dubbi sull’accordo che intercorre tra i due politici finalizzato a far capire all’imprenditore che “lo Iaccarino può interessarsi per portare quanto prima all’ordine del giorno la questione del riconoscimento del debito fuori bilancio”. E ancora: “Iaccarino suggerisce a Capotosto di far intendere a M.D. come solo lui abbia la possibilità di incidere sul presidente del Consiglio comunale”.
Poi arrivano al nocciolo della questione, i soldi da spartirsi. Capotosto chiede: “Quanto?”, ottenendo la pronta risposta di Iaccarino: “Dieci… e te lo voto pure”, di rimando, temendo di venire tagliato fuori dalla spartizione, Capotosto precisa: “E a me? Il caffè? Dobbiamo fare metà ciascuno? Non ho capito, e se te ne prendi venti? E mo me la vedo io”. Per gli inquirenti, Capotosto cerca di comprendere quale possa essere il suo corrispettivo visto il suo interessamento a sbloccare il pagamento dovuto in favore della società cooperativa.
Successivamente l’imprenditore si incontrò con Iaccarino manifestando il proprio rammarico “in relazione alle modalità della richiesta” avanzata precedentemente da Capotosto: “Io sono disponibile con tutti però è come si chiedono le cose che mi dà fastidio. E poi – rivolgendosi sempre a Iaccarino – dice: ‘mi sono meravigliato che tu non hai chiamato direttamente a me’”. E l’ex presidente del Consiglio comunale ribatte: “E che tengo bisogno?”. A parere del giudice la locuzione usata da Iaccarino confessa in pieno la natura della richiesta avanzata poco prima, su suo espresso mandato, da Capotosto all’imprenditore, “giacché è evidente che solamente chi ha bisogno richiede, in genere, del denaro”.
L’imprenditore continua a esprimere il suo rammarico: “Allora Tonino (Capotosto) che ci siamo visti, siamo cresciuti a Candelaro, invece di dire, poteva dire vedi che ti do una mano, c’è, hai capito! Allora”.
“Ti devi mettere i soldi in tasca”
Nelle intercettazioni spunta anche un dialogo tra Iaccarino e un altro consigliere della maggioranza. “Emerge con lapalissiana evidenza come lo Iaccarino – riporta il giudice – spinga il consigliere di maggioranza a recarsi dal sindaco Landella per farsi assegnare una delega con portafoglio, ciò che comporta la diretta gestione di denaro pubblico con la necessaria assegnazione di un capitolo di spesa da dove, come gli spiega per grandi linee, potrà certamente prelevare del denaro (“…ti devi mettere i soldi in tasca…”). E ancora: “Quando ti assegnano il Capitolo ‘Manifesti nelle borgate per iniziative del comune’, quant’è il preventivo, 300 euro, mettimi 3mila euro e stai a credito di 2700 euro! Tu ti devi fare la campagna elettorale a costo zero, anzi, ti devi mettere i soldi in tasca… Quando hai la gestione? Siccome sei consigliere comunale di maggioranza, è brutto che insomma… hai capito!?”
I mezzi dei vigili del fuoco per fini personali
In un’altra captazione emerge inoltre che Iaccarino (politico ma anche vigile del fuoco) non esitava affatto “anche ad utilizzare mezzi dei vigili del fuoco (che vengono perciò sottratti, anche se momentaneamente, alla loro naturale destinazione), per soddisfare – riporta il giudice – fini meramente privatistici (una caratteristica quindi propria dell’uomo Iaccarino). Ciò viene fuori anche quando lo Iaccarino, rivolgendosi a due vigili del fuoco che sono in sua compagnia sul mezzo afferma testualmente: ‘con me ci si diverte… ci si sfuma.. ci si colora… ma voi lo sapete che io quando mi siedo là… poi vi farò soltanto divertire.. e dove andiamo andiamo non si deve pagare niente…’ rendendo così edotti i suoi colleghi (beneficiari di alcuni degli accessori prelevati presso l’esercizio Buffetti a spese del Comune), che quando lui svolge le sue funzioni di presidente del Consiglio comunale (‘quando mi siedo là’) riesce ad avere tutto gratis (‘e dove andiamo andiamo non si deve pagare niente’)”.