“A seguito delle notizie di stampa relative al provvedimento cautelare emesso nei confronti di un giudice del Tribunale di Bari e di un avvocato del Foro di Bari, la Giunta distrettuale dell’Associazione Nazionale Magistrati esprime tutto il suo sconcerto e la sua amarezza per la vicenda”. Lo riporta la Giunta distrettuale di Bari, Foggia e Trani in una nota stampa divulgata dopo l’arresto del giudice Giuseppe De Benedictis, finito in carcere insieme all’avvocato barese Giancarlo Chiariello e all’esponente del clan Raduano di Vieste, Danilo Della Malva. Tutto tace, almeno per il momento, nel mondo dell’Avvocatura.
“Nel rispetto degli accertamenti che la magistratura competente ha avviato e della presunzione costituzionale di non colpevolezza fino alla sentenza definitiva, che deve essere garantita sempre e comunque a tutti coloro nei cui confronti vengono svolte indagini penali – riporta ancora la nota dell’Anm -, la Giunta ancora una volta rimarca la necessità che magistrati e avvocati dimostrino con il loro lavoro il distacco totale da comportamenti penalmente e deontologicamente rilevanti e che tutti i cittadini comprendano che le eventuali responsabilità individuali non possono divenire il criterio per un giudizio generale o per un sospetto permanente nei confronti di chi è chiamato a dare risposte corrette e concrete al bisogno di giustizia”.
Secondo la Giunta, “il sistema della giustizia ha dimostrato e dimostrerà ancora di avere al suo stesso interno la capacità di intervenire in quelle situazioni e su quei comportamenti che, violando la legge e le regole deontologiche, intaccano gravemente l’onestà e la trasparenza della amministrazione della giustizia. La Giunta auspica che i cittadini continuino ad avere fiducia e rispetto nei confronti dei magistrati e degli avvocati e del loro difficile lavoro, essendo evidente che si tratta di vicende e di eventuali responsabilità individuali che non coinvolgono le centinaia di magistrati e avvocati che vivono la loro professione con onestà e sacrificio personale. Resta il dolore per quanto è accaduto e per la ferita profonda inferta alla credibilità della magistratura e della avvocatura oltre che alla fiducia dei cittadini. Un dolore e una ferita dai quali bisognerà ancora una volta ripartire, con l’obiettivo di rendere sempre più trasparenti il lavoro e i comportamenti di tutti gli operatori del servizio giustizia e di consentire soprattutto agli uffici più esposti il sereno svolgimento delle proprie funzioni. Spirito di servizio, onestà, indipendenza – concludono dall’Anm – sono l’essenza di quelle funzioni e valori fondanti il loro esercizio per chi quotidianamente vive il proprio impegno nell’amministrare la giustizia con trasparenza, lealtà ed equilibrio”. (In alto, De Benedictis e Chiariello)