Mentre il clima a Foggia si fa sempre più incandescente dopo l’intimidazione al consigliere comunale Giulio Scapato, spuntano nuovi dettagli sulla relazione consegnata dagli investigatori alla commissione d’accesso agli atti. Al centro della questione, il sindaco della città. “Il dottor Franco Landella – si legge – è stato eletto sindaco del Comune di Foggia nelle consultazioni elettorali del 2014 e riconfermato nella carica nelle elezioni amministrative del 2019, alla guida di una coalizione di liste tendenzialmente di centrodestra”. Inizia così lo stralcio del documento incentrato sul primo cittadino del capoluogo dauno. La relazione, come detto, è ora al vaglio della commissione d’accesso agli atti insediatasi lo scorso 9 marzo per accertare eventuali condizionamenti della mafia foggiana nell’ente comunale. Commissari sono il viceprefetto Ernesto Liguori, il vicecapo della squadra mobile di Foggia Maurizio Miscioscia e l’ufficiale dei carabinieri Francesco Colucci, quest’ultimo già nella commissione che portò allo scioglimento per mafia del Comune di Manfredonia.
“In tempi recenti – ricordano Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia di Stato e Dia nel ricostruire il profilo di Landella – egli si è schierato con il partito Lega Salvini. Nelle due consultazioni elettorali precedenti al 2014, Landella è stato il consigliere comunale più votato nella città, sfiorando anche l’elezione a consigliere della Regione Puglia nel 2010, essendo risultato il candidato che ha ricevuto più consensi a Foggia”.
Poi si ricorda che “il sindaco di Foggia, già deferito nel 2004 per minaccia e violenza a pubblico ufficiale, secondo quanto emerso dalle attività investigative, nel corso della campagna elettorale per le elezioni regionali della primavera 2010, ha annoverato, tra i suoi più fattivi sostenitori, alcuni componenti della famiglia Piserchia, noti pregiudicati – riportano i relatori – in materia di traffico di stupefacenti”. Un passaggio pesantissimo, ma non il solo. Le forze dell’ordine tirano dentro anche le parentele scomode della moglie del primo cittadino. “La moglie del sindaco – si legge – è cugina di primo grado di Claudio Di Donna detto ‘Setola’, coinvolto dal 2009 in vicende penali per associazione a delinquere di stampo mafioso, che, al di là dell’esito processuale, evidenziano la contiguità se non l’organicità dello stesso all’organizzazione mafiosa Società Foggiana”.
E ancora: “Il Di Donna, peraltro, è annoverato come ‘sodale’ della Società Foggiana nella sentenza del Gip presso il Tribunale di Bari del 5 maggio 2004 n.12538/00 R.G. Gip, insieme con i massimi esponenti dell’organizzazione, come Cesare Antoniello e Federico Trisciuoglio“. Nel giugno del 2002, ricordiamolo, Di Donna, all’epoca 49enne, fu coinvolto nel maxi blitz antimafia “Double Edge” che portò all’arresto di 31 persone tra le quali anche alcuni capi storici della mala come Roberto Sinesi, Emiliano Francavilla, Raffaele Tolonese, Antonio Bernardo e Franco Spiritoso, gli ultimi due poi uccisi in una guerra tra clan. Sempre Di Donna compare in un video della scorsa campagna elettorale per le Regionali a sostegno di candidati leghisti, davanti ad un comitato di Landella.
La relazione delle forze dell’ordine segnala, infine, la vicenda dei presunti esami truccati che nel 2018 coinvolse il figlio del sindaco. “Fu denunciato per truffa aggravata in concorso con la compagna del figlio di Francesco Tizzano, definito ‘esponente di rilievo della batteria Moretti-Pellegrino‘, come confermato dagli atti dell’operazione Decima Azione”. Va detto che nel 2020 studenti e docenti vennero assolti per “inutizzabilità delle intercettazioni”.
Sui passaggi della relazione che tirano in ballo la sua figura, il sindaco Franco Landella si è già espresso attraverso una lunga nota stampa (QUI IL LINK). Il primo cittadino ha parlato di “macchina del fango” nei suoi confronti, smentendo di aver ottenuto sostegno dai clan.
Ricevi gratuitamente le notizie sul tuo Messenger di Facebook. Ecco come
Nel video, Claudio Di Donna in camicia rosa riceve il secchio dopo il gavettone al candidato