“I reparti Covid-free tamponano le Aree Grigie. Sindacati in tacito assenso. Le aree pulite sono state contaminate. Gli infermieri rispondono: “Siamo stati a contatto ma con dispositivi ‘leggeri’, abbiamo rischiato di contaminarci”. La direzione del Policlinico del Riuniti di Foggia mette una ‘pezza a colori’ nel rispondere alle domande che il personale sanitario ha denunciato e declina il tutto all’organizzazione interna dei reparti. Come dire: i DPI ci sono e inderogabilmente vanno messi a disposizione di tutti i lavoratori”. È la ricostruzione dei fatti del C.I.A., il collettivo autonomo degli infermieri del Policlinico, dopo la replica del commissario straordinario Vitangelo Dattoli il quale ha sempre rimarcato la dotazione di Dpi adeguati a tutto il personale.
“Facciamo chiarezza – scrivono in una missiva gli infermieri -. Premesso che le linee guida nazionali e regionali accertano non solo l’uso dei DPI nei vari reparti di degenza in casi di sospetti o conclamati covid-19, ma sintetizzano l’uso di mascherine “ffp2 e/o ffp3 giornaliere” presso i reparti più a rischio e con macchinari ad alti flussi di ossigeno (compresa l’Utic e similari) con possibilità di aumento di trasmissione al contagio anche nei casi di sospetti pazienti asintomatici o falsi negativi, è doveroso per questi motivi responsabilizzare, sensibilizzare e concretizzare rigorosamente le procedure di prevenzione e controllo delle infezioni, fondamentali per la sicurezza sul lavoro che in gran parte l’azienda del Policlinico di Foggia è capace di affrontare”.
Anche nelle varie sezioni tra i tavoli sindacali si discute animatamente per fare più chiarezza. Varie sono le proposte: “è consigliabile adottare livelli interni di rischio anche per questi reparti. Bisogna rafforzare le misure di difesa e prevenzione”, dicono. “I reparti Covid-free tamponano le Aree Grigie. Questo è il punto. E lo dimostra il fatto che i pazienti che sostano nelle aree Grigie Covid-19, al primo tampone negativo vengono immediatamente smistati nei reparti di degenza accelerando così il periodo di latenza del virus pandemico, altrimenti i focolai interni non esisterebbero. Allora ci sarebbe da dire che l’area grigia lo fanno i reparti Covid free”.
“Che senso avrebbe non alzare il livello di difesa in questi reparti? – continuano – E che senso avrebbe non utilizzare le mascherine più sicure giornalmente? (FFP2 e/o FFP3 KN95 con il 6% e 1 % di introduzione massima di particelle). Non pensate che staccando e attaccando Bipap o Cpap non si generano manovre di ‘aerosol’ dell’incriminato virus? Non è un controsenso, assistere il paziente in divisa da Covid-free e mascherina chirurgica, e nella stessa giornata indossare i DPI e mascherine filtranti per il sospetto che il paziente sia Covid-19?”
“Nella nota di risposta del Policlinico qualcuno parla di linee guida. Le sottoscriviamo appieno, ma vanno anche successivamente verificate nella loro totale e non parziale applicazione. Gli infermieri continuano a lottare a denti stretti e non mancano gli elogi. Ora ci servono i fatti – dicono -. Rammentiamo, nei mesi trascorsi, alla direzione sanitaria che con l’apertura dei precedenti focolai nei reparti, la maggior parte del personale sanitario sia stato sottoposto solo ed unicamente ad un solitario tampone, da questo, non è stato possibile scaturire il tracciamento del virus, poiché spesso capita che nei successivi tamponi una parte del personale inizialmente negativo al primo, diventerebbe positivo al secondo. Ovviamente incrociamo le dita poiché, non vorremmo scatenare una caccia al personale sanitario per il riconoscimento del contagio in ambito nosocomiale e possibile veicolo di infezione. Poniamo anche l’attenzione sull’affermazione alla nota di difesa del Policlinico: ‘(…) si precisa, inoltre, che quasi la totalità degli operatori sanitari è stata già sottoposta alla vaccinazione anticovid’. Perfetto, ci verrebbe da dire! Ma traspare in questo messaggio un segnale molto allarmante e preoccupante. Un encomio autoproclamato senza giuria. Come se il vaccino fosse obbligatorio e diventasse l’escamotage e la panacea per scrollarsi dalle responsabilità dei dpi (dispositivi di protezione individuale)”.
“È evidente che la sensibilizzazione alla campagna vaccinale ha dimostrato la buona risposta degli operatori sanitari che continua a crescere, e a tal proposito rispondiamo: che la vostra è una giustificazione impropria e azzardata – proseguono -. Se si pensa alle varianti da pandemia che non coprirebbero del tutto dal rischio contagio con immunizzazione da vaccino Pfizer (fatta eccezione di quella Inglese e ancora in fase di studio per quella Brasiliana e Sud Africana). State sottovalutando il problema dei reparti Covid-free. Ė un dato di fatto che il virus continua a mutare ancora e potrebbe colpire molti più giovani tra medici e specializzandi, infermieri e oss”.
E infine, gli infermieri dei reparti Covid-free concludono con due domande che diventano indice di riflessione. La prima è: “Non pensate che prima (per chi ha contratto la malattia) e soprattutto dopo la vaccinazione sia indispensabile eseguire il dosaggio sierologico delle immunoglobuline? Perché come ben sapete il livello di anticorpi potrebbe abbassarsi con la conseguenza dell’annullamento della barriera di difesa. Invece in base alla vostra replica ne parlate come se fosse uno scudo invulnerabile e duraturo senza più eseguire il sierologico al personale sanitario”.
La seconda è, alla replica: ” Sono sempre stati forniti dispositivi di protezione individuali in modo adeguato e sufficiente a tutti i reparti’… rispondiamo: Allora come mai fino a qualche giorno fa, prima delle denunce al momento del ritiro della visiera protettiva monouso, si segnalava la fortuita mancanza? La risposta interna nei reparti è stata quella di non buttarla ma disinfettarla. Al vostro buon senso”.
“E vi rendiamo infine partecipi – concludono gli infermieri del Collettivo Autonomo – di alcune delle tante parole spese dal Presidente della Repubblica Italiana durante la giornata del personale sanitario di sabato 30 gennaio 2021: ‘Il nostro sistema sanitario nazionale, pur tra le tante difficoltà, sta fronteggiando una prova senza precedenti e si dimostra più che mai un patrimonio da preservare e su cui investire… ‘e vi aggiungiamo: …non solo da attingere”.