Tutti i referenti foggiani della coalizione di governo regionale di Michele Emiliano vanno contro l’assessore al Legale e Contenzioso Gianni Stea (foto sopra).
Il politico barese che ha rotto con Massimo Cassano, sabato pomeriggio a Foggia ha avviato la sua rete di rapporti per cominciare a costituire un partito di supporto all’ex premier Conte dal nome Popolari Pugliesi, mantenendo quindi l’ambiguità del nome della lista che lo ha eletto in Regione e in cui milita anche il foggiano Sergio Clemente.
A Foggia in questo suo lavoro di cooptazione Stea ha trovato, come abbiamo già scritto, i 4 eletti Pasquale Rignanese, Max Di Fonso, Danilo Maffei e Tonino Capotosto. Tutti eletti col centrodestra e ancora al fianco di Franco Landella.
A questa ambivalenza si contrappone il centrosinistra di Davide Emanuele segretario PD Foggia, Gianluca Ruotolo segretario provinciale Articolo, Mino Di Chiara segretario Partito Socialista Italiano, Luigi Di Claudio segretario cittadino Socialismo Dauno, Fabrizio Cangelli segretario provinciale Verdi, Gianni De Rosa segretario cittadino Italia in Comune, Michele Bruno segretario cittadino Foggia Popolare, Mario Nobile segretario provinciale Sinistra Italiana, Pippo Cavaliere candidato sindaco centrosinistra, Giovanni Quarato candidato sindaco M5S, tutto il gruppo dem al Comune di Foggia (Pasquale Dell’Aquila capogruppo PD Foggia, Lia Azzarone, Francesco De Vito, Michele Norillo, Annarita Palmieri), Rosario Cusmai consigliere comunale Italia in Comune neo membro di staff di Emiliano, Sergio Clemente consigliere comunale Popolari per Emiliano, Giuseppe Fatigato capogruppo M5S e Giulio Scapato de La Città dei diritti.
Ecco quanto rilevano nella loro nota.
La nascita del gruppo Popolari Pugliesi in seno al Consiglio comunale di Foggia impone una riflessione politica.
Le elezioni amministrative foggiane hanno visto una lista politica sotto il simbolo dei Popolari, parte del centrosinistra, che in Consiglio comunale ha eletto un proprio candidato, poi diventato consigliere regionale.
La nascita del gruppo Popolari Pugliesi al Comune di Foggia, composto da 4 consiglieri comunali eletti nel centrodestra che hanno dichiarato di voler continuare a sostenere l’Amministrazione del sindaco leghista Landella, che si sono candidati pochi mesi fa alle elezioni regionali con le destre, pone un problema politico di coerenza e credibilità dell’intera coalizione che oggi governa in Puglia. Anche mettendo a valore l’apporto programmatico e le tematiche politiche elaborate dal Movimento 5 Stelle com’è oggi in seno al Consiglio e alla Giunta regionale.
La contraddizione tra quanto dichiarato per Foggia dall’assessore regionale Giovanni Stea, tutor politico dell’operazione, e quanto praticato a Bari dallo stesso assessore è oltremodo evidente e ha il retrogusto amaro dell’opportunismo e della non condivisibile scelta di essere al governo della cosa pubblica purchessia.
All’assessore Stea vogliamo ricordare, se mai ce ne fosse bisogno, che la città di Foggia è tra i capoluoghi di provincia più popolosi del Paese e che la sua comunità esprime personalità politiche e amministratori pubblici di primo piano a partire dai parlamentari nazionali, al vicepresidente della Regione e all’assessore regionale al welfare che, a quanto ci consta, nulla sapevano di questa non condivisibile iniziativa.
La città di Foggia non è il campo da gioco di alcuno e non è il laboratorio in cui fare esperimenti nocivi alla salute della politica, coinvolgendo persone che nulla hanno a che vedere con i valori ed i programmi che abbiamo proposto agli elettori. A tutto ci deve essere un limite.
Ciò vale ancor più oggi che affrontiamo una grave e profonda crisi della rappresentanza istituzionale, culminata nella mozione di sfiducia del presidente del Consiglio comunale. Oggi, ancor più che nel passato, alla politica e a chi la rappresenta nell’Assemblea cittadina è richiesta coerenza e trasparenza, non certo incomprensibili posizionamenti politici su uno scacchiere tarlato dalle ambizioni personali.
L’assessore Stea evidentemente non conosce la realtà locale, i suoi protagonisti, e non ha nessun elemento per esprimere giudizi positivi sull’amministrazione Landella. Se avesse contezza della situazione reale in cui versa la città di Foggia non avrebbe detto: “Landella governa e governa bene questa città e spero che possa arrivare alla fine del mandato”.
Abbiamo l’opportunità di costruire il cambiamento – reale e immediato, di merito e di metodo – che tanti cittadini chiedono e abbiamo l’opportunità di fondarlo sulla coerente e leale volontà politica di chi oggi collabora e coopera al governo della Regione Puglia e del Paese, e non ci presteremo al gioco di chi evidentemente pensa che si possa governare stando insieme con tutti ovunque, solo per mero tornaconto politico particolare.