
Una lettera per denunciare l’odissea scaturita dal contatto con una persona positiva al Covid-19. L’oggettiva impossibilità di ritornare alla normalità per via del tampone che non viene mai effettuato, nonostante l’autodenuncia alla Regione Puglia. Il caso segnalato da una famiglia residente a Roma, il cui figlio è a Foggia per motivi di lavoro, mette in evidenza uno spaccato “imbarazzante, grottesco” nella lotta alla pandemia. Ecco il testo:
Ho atteso ben cinque giorni prima di ricorrere alla scrittura di questa mail, ma trovo la situazione che andrò a descrivere imbarazzante, grottesca e indice della scarsa, se non inesistente, professionalità della ASL di Foggia e dei servizi Anti-Covid ad essa legati.
Sabato scorso (29/08/2020) ho avuto la comunicazione dalla ASL della mia residenza, in provincia di Roma, dell’esito positivo al tampone di una parente. Ho così avvertito mio figlio, domiciliato per motivi di lavoro a Foggia in un ente parastatale, poiché nel corso delle settimane precedenti (il 16 agosto u.s.) aveva avuto contatti con la persona positiva.
Mio figlio si è immediatamente attivato chiamando il numero regionale della Puglia per autosegnalare il contatto ricevendo assicurazione che sarebbe stato contattato dalla ASL di Foggia per ricevere indicazioni sull’appuntamento per effettuare il tampone.
In considerazione del fine settimana ha atteso lunedì per contattare l’ASL e ricevere eventuali informazioni in merito scoprendo che all’ASL non era giunta alcuna segnalazione del proprio contatto con una persona positiva, nonostante la propria autosegnalazione. Nel frattempo il nostro medico di base aveva già provveduto ad emettergli la richiesta elettronica, già recapitatagli, per effettuare l’esame nucleico che abbiamo scoperto non aveva alcun valore per la Regione Puglia.
In occasione della telefonata con l’ASL di lunedì scorso, mio figlio ha avuto assicurazione che sarebbe stato contattato a breve per ricevere la data dell’appuntamento. Finora inutile dire che non ha ricevuto alcuna comunicazione e nel frattempo sia io che mia moglie abbiamo ricevuto il referto negativo del tampone effettuato, mentre mio figlio, che doveva tornare a Roma già lunedì, è letteralmente “sequestrato” per l’inettitudine del personale sanitario foggiano in una condizione di sospensione della propria vita privata e lavorativa.
Voglio sperare che sia solo un caso, ma non ricevendo adeguate risposte a questa mail, non avrò alcuna remora a segnalare con maggiore dovizia di particolari il caso al Ministero della Sanità ed eventualmente al Presidente del Consiglio, visto che è originario della Provincia di Foggia.
Tutti noi, me, mia moglie e mio figlio, non abbiamo avuto e non abbiamo alcun sintomo riconducibile al Covid, senza considerare che sono passati più dei 14 giorni canonici (la quarantena) da quando mio figlio ha avuto il contatto con la persona positiva e quindi di fatto a questo punto si può profilare una totale assenza di necessità del tampone.