“Interi settori cittadini potrebbero andare a rotoli, negozi, ristoranti, bar, non sappiamo quale sarà la loro tenuta, il solo pensare che a Palazzo di Città ci si occupi di Iaccarino invece che dei problemi reali dei cittadini è un’offesa all’opinione pubblica e a chi lotta in prima linea contro il virus. La gente non sa che farsene di questi chiacchiericci di Palazzo, fomentati ad arte, la classe politica deve pensare a difendere il lavoro dei foggiani. Pensiamo alle proposte da mettere in campo per tutelare le attività e l’occupazione dei nostri concittadini”.
È un pezzo da novanta della maggioranza, vicino al sindaco di Foggia Franco Landella e anche primo sostenitore del presidente del Consiglio Leo Iaccarino, ad esprimersi rispetto alle ultime polemiche, generate da un commento volgare e dialettale sulla visita e la preghiera di Landella al Cimitero da parte di Leo Iaccarino in continua rotta di collisione col primo cittadino, ad un post dell’ex meloniano Ivan Russo.
C’è chi dice che la rottura tra i due sia nata dopo la mancata presidenza al Consorzio Asi per la confindustriale Parisi, a cui è stato preferito il commissario nominato dal governatore Emiliano, l’ex poliziotto in pensione Agostino De Paolis.
Di sicuro, ci sono delle partite amministrative incagliate tra il sindaco e Iaccarino. A Landella, da sempre abituato a far fuori le personalità forti e critiche della sua maggioranza, basti pensare a tutti i defenestramenti di Giunta dei suoi 6 anni di governo fino all’ultima cacciata di Claudio Amorese all’Annona, il protagonismo di Iaccarino crea più di una inquietudine. Per questo starebbe in queste ore tentando di convincere pezzi delle opposizioni – col M5S in testa – a sfiduciare il presidente del Consiglio per assommare i 22 voti necessari, per la maggioranza qualificata che serve per sbalzarlo giù dalla poltrona che fu del compassato e perfetto Luigi Miranda. Chi conosce i retroscena però sa quanto dura e perfida fu la lotta sotterranea tra Landella e Miranda, da alcune postazioni di sottogoverno negate fino al mancato supporto per il giovane legale per la candidatura alle Politiche del 2018. Ma Iaccarino, secondo molti sta commettendo l’errore di portare il conflitto sulla scena social, super presidiata dal sindaco e dal suo staff, ormai privo dei due addetti stampa. Ed infatti in un post lo stesso presidente del Consiglio si è scusato. In suo soccorso è arrivato il commento dell’avvocato Michele Vaira.
“Il Presidente del Consiglio Comunale di Foggia, Leonardo Iaccarino, è costretto a prendere atto della virale diffusione di alcuni suoi commenti estrapolati da una discussione su un social. Tali commenti, inappropriati per i toni poco istituzionali, appaiono oltremodo inopportuni in quanto decontestualizzati. Per evitare il ripetersi di tali fraintendimenti, da ora in poi il presidente del Consiglio utilizzerà i social network in modo diverso, evitando di partecipare a discussioni altrui, in particolare in questo periodo, in cui l’emergenza sanitaria è fonte di ansia e stress per tutta la cittadinanza. Nell’occasione, il presidente del Consiglio Comunale ribadisce il proprio rispetto per la figura del sindaco, nei confronti del quale non vi era alcun proposito offensivo”, ha scritto il legale.
Chi seguirà il sindaco in questo suo tentativo di allontanamento di Iaccarino, uno degli uomini più determinanti nella vittoria al ballottaggio contro Pippo Cavaliere? “Devono risolvere i problemi al loro interno”, taglia corto l’ingegnere, che ha subodorato il trucchetto che il sindaco sta tendendo loro per rafforzarsi e mettere a tacere una delle ultime voci forti del malcontento interno.
Tutti sanno nella minoranza che per mettere in difficoltà Landella, Iaccarino deve restare al suo posto. Sfiduciarlo per un post sopra le righe, poi, sarebbe un clamoroso autogol.
“Non troverà mai 22 persone disposte a votare una mozione contro Iaccarino, è molto più facile trovare 17 persone che sfiducino Landella”, sorride un oppositore.
C’è chi rammenta anche che Leo Iaccarino ha un cugino in minoranza, il consigliere Rosario Cusmai. La compianta madre di Cusmai era una Iaccarino. “Io non tradirei mai Rosario”, fa sapere il politico e vigile del fuoco.
“Il fatto che il sindaco polemizzi con tutto e tutti è segnale di debolezza. Anche perché è attorniato da ‘sissignore’ che non elaborano e correggono gli eventuali errori della sua amministrazione e governance”, osserva Bruno Longo a l’Immediato.