In una lettera inviata a l’Immediato, il figlio dell’anziano morto nell’ospedale “Tatarella” di Cerignola il 7 marzo scorso affida uno sfogo duro e addolorato. Il 79enne, di Cagnano Varano, era stato trovato positivo al coronavirus, terza vittima in provincia di Foggia.
L’uomo ha voluto ricostruire gli ultimi giorni di vita dell’anziano: “Sono il figlio del signore deceduto a Cerignola. Mio padre – si legge nella lettera – è stato a San Giovanni Rotondo per 15 giorni; il 5 marzo è stato trasferito a Rodi Garganico in un centro di riabilitazione. Il giorno seguente è stato condotto d’urgenza per presunta crisi respiratoria a Foggia e, quella stessa notte, a Cerignola dove sarebbe morto per coronavirus. Noi eravamo ignari dell’ultimo trasferimento”.
Secondo il figlio dell’anziano potrebbe esserci stata una “falla” nel sistema sanitario ma “nessuno ne parla. Mio padre – continua – è diventato un numero da scrivere. Forse il mio messaggio sarà cestinato ma resto straconvinto che mio padre forse è deceduto per il coronavirus. Ciò che so è che era stato ricoverato per una caduta ed è uscito morto da un ospedale. Ora non colpevolizzate un innocente”.