Tempo di sentenze per i bombaroli di Foggia. Condannati a 6 anni a testa Gaetano Gramazio, 46 anni e Luigi Mondelli, 30 anni. Sono stati riconosciuti colpevoli in primo grado di far parte della banda che tra il 3 aprile e il 17 maggio 2019 colpì due banche della città, rubando complessivamente 16mila euro, lasciando gran parte del denaro sotto le macerie e causando danni di gran lunga superiori al bottino.
Il pm Matteo Stella aveva chiesto 8 anni di carcere a testa per i colpi ai bancomat di piazza Umberto Giordano (“Banca Popolare di Milano”) e via Padre da Olivadi (“Banca Popolare di Novara”). Due deflagrazioni tremende che svegliarono l’intera città. Gramazio e Mondelli, entrambi già noti per reati contro il patrimonio, furono arrestati dagli agenti della squadra mobile di Foggia e del Reparto Prevenzione Crimine di San Severo, gravemente indiziati dei delitti di furto pluriaggravato in concorso e fabbricazione e detenzione di materiale esplodente. Altri malviventi, non ancora identificati, avrebbero agito insieme ai due condannati. Gramazio e Mondelli confessarono senza fare nomi dei complici.
Alle prime luci dell’alba del 3 aprile, più persone travisate giunte in loco con due auto provento di furto, piazzarono presso lo sportello ATM della Banca Popolare di Milano un ordigno, mediante la tecnica della “marmotta”, sottraendo a seguito dell’esplosione circa 6.000 euro, dandosi successivamente alla fuga, non prima di aver cosparso la strada prospicente la banca con numerosi chiodi a quattro punte. Con la medesima tecnica, il 17 maggio, i banditi infransero la vetrata della Banca Popolare di Novara creando una rampa attraverso l’utilizzo di sacchi di sabbione, per il superamento del dislivello costituito dai gradini. A seguito della breccia creata, come avvenuto per il primo “colpo”, fu inserito all’interno del bancomat il congegno, ancora la “marmotta”, e fatto esplodere l’ATM, in tal maniera sottraendo 10.000 euro circa.
Le risultanze investigative acquisite dagli inquirenti, attraverso la sintesi di metodi tradizionali coniugati con attività di tipo tecnico, permisero in pochissimo tempo l’emissione dal parte del gip di una ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico dei due, dando una celere ed efficace risposta ai reati contro il patrimonio posti in essere.