“Porto Alti Fondali fondamentale per il rilancio della provincia di Foggia”. Tasso porta il caso in Parlamento

Il deputato manfredoniano sollecita informazioni sul futuro dell’infrastruttura ritenuta decisiva per la costituzione della ZES Adriatica

L’onorevole Antonio Tasso del Maie e al Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture ha presentato una interrogazione sulla situazione del Porto Alti Fondali di Manfredonia. La risposta è arrivata dal Sottosegretario Roberto Traversi, durante la seduta svoltasi il 20/11 in IX commissione.

Tasso, come si legge negli atti ufficiali e nel resoconto della Commissione, sollecita informazioni circa il futuro di una infrastruttura fondamentale per un rilancio dell’economia del territorio e per la costituzione della ZES Adriatica. Entro fine anno – secondo la comunicazione dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Adriatico Meridionale – verrà completata la verifica delle condizioni della struttura per poter individuare le azioni più opportune per la sua piena fruibilità.

L’onorevole Tasso nella sua articolata interrogazione ha fatto riferimento al recente rapporto Svimez, che prevede una recessione per il Sud, con un decremento del prodotto interno lordo dello 0,3 per cento che, di fatto, allarga i divari di sviluppo tra le aree del Paese. Spiega Tasso nella sua interrogazione: “Il traffico marittimo occupa un posto sempre più rilevante e apre scenari nuovi per uscire dalla crisi. In Puglia lo schema della rete infrastrutturale è stato solo parzialmente realizzato in forma coerente con il disegno che prefigurava la creazione di un sistema Puglia integrato con le aree più forti del bacino Mediterraneo”.

Del resto, come aggiunge il parlamentare, sin dalla sua costruzione nel lontano 1976 al Porto Alti Fondali industriale di Manfredonia, non è stato praticato nessun intervento manutentivo di particolare rilevanza e nel 1990 questa struttura venne dotata di nastri trasportatori di merci, un investimento di circa 80 miliardi di lire che lievitò con il tempo a 160. Nastri, come si sa, non vennero neppure mai collaudati.

“L’imprenditoria locale ha fatto affidamento sull’infrastruttura, consolidando i traffici connessi all’agricoltura, attirando traffici commerciali innovativi — come quelli della «green wind energy» — e cercando di sviluppare traffico turistico con navi crocieristiche. I lavoratori portuali ed i cittadini di Manfredonia chiedono con forza di non dover scegliere tra diritti costituzionalmente garantiti come il diritto al lavoro e quello alla salute, declinato nell’accezione della sicurezza sui luoghi di lavoro”, ha scritto in conclusione Tasso. La sua domanda rivolta al Ministro è semplice: “Quali iniziative intende assumere, per quanto di competenza, a sostegno di un’opera strategica per tutta l’area economica dell’Alta Puglia, del Molise e della Basilicata, anche in considerazione dell’attuazione della Zona economica speciale adriatica che, senza il porto, vedrebbe venir meno il requisito legale per la sua costituzione?”.

Ebbene, il sottosegretario Traversi ha ribadito quello che il presidente Ugo Patroni Griffi ripete da tempo sul web, ossia che i nastri trasportatori sono un’opera da smantellare.

Ecco le parole del sottosegretario. “L’ultimo progetto deputato al recupero strutturale dell’opera denominato “Progetto definitivo degli interventi di straordinaria manutenzione alle opere strutturali del Porto Isola di Manfredonia”, datato 2008, sempre a cura del competente Provveditorato, non è stato favorevolmente valutato dal Consiglio Superiore dei lavori pubblici. Per affrontare tale problematica, considerata l’estrema complessità delle attività richieste, è stato affidato apposito incarico di consulenza professionale specialistica per le valutazioni sulla sicurezza strutturale delle opere in argomento. Sono quindi in corso una serie di verifiche documentali e strumentali su ogni componente strutturale, al fine di poter finalizzare gli obiettivi su esposti. Al termine delle verifiche, previsto per la fine del corrente anno, l’Autorità sarà in grado di individuare le opportune azioni da intraprendere sia per il mantenimento delle attuali condizioni d’uso che per il superamento delle restrizioni vigenti. Infine, quanto alla realizzazione di un nastro trasportatore da parte del locale Consorzio ASI, opera mai collaudata, non funzionale e mai consegnata, l’Autorità di Sistema Portuale ha rappresentato di essersi adoperata nei confronti del Consorzio ASI per la sua rimozione”.