Il mese di agosto rappresenta per Bovino l’occasione di ritrovo di tanti concittadini emigrati all’estero o in altre città italiane. Già da tre anni, per le strade del paese, tanti di loro hanno constato che la comunità si è arricchita della presenza di cittadini stranieri provenienti per lo più dall’Africa. Grazie al progetto Sprar (oggi denominato SIPROIMI), attivo nel Comune dei Monti Dauni dal 2016, sono stati accolti ben 49 cittadini e cittadine richiedenti asilo politico o titolari di protezione umanitaria per un accompagnamento all’integrazione. “A Bovino il termine accoglienza non è stato bandito dal vocabolario”- riferisce con orgoglio il sindaco Vincenzo Nunno che ha voluto tra gli eventi previsti per l’estate una giornata dedicata al tema dell’accoglienza, per raccontare il bel volto di una comunità che accoglie e delle sue storie di integrazione.
Sabato, 17 agosto, alle 17, presso il Cassero presso il chiostro del complesso di Sant’Antonio nella Villa Comunale, ci sarà il convegno “L’imbarazzante accoglienza” con Kossi A. Komla-Ebri, medico- scrittore togolese. Komla-Ebri, togolese, classe ’54, da 36 anni in Italia, non è solo medico, ma è uno dei pionieri, in Italia, della letteratura della migrazione, autore di racconti (ricordiamo Vita e Sogni e All’incrocio dei sentieri) e del romanzo Neyla. Di indole sarcastica rispetto a quanto vede e sperimenta, lo scrittore togolese, con nazionalità anche italiana, anche se ha sempre cercato di sdrammatizzare atteggiamenti che sconfinano in un razzismo latente verso “i diversamente visibili”, sembra molto preoccupato per il futuro per un vento pericoloso e tumultuoso che sta soffiando lungo tutta la penisola, da nord a sud, e che investe l’attuale situazione degli immigrati.
In continuità del convegno, alle 19, presso il Chiostro del complesso di Sant’Antonio nella Villa Comunale, ci sarà un buffet e l’inaugurazione della mostra fotografica “Immagini a colori”, a cura degli operatori del progetto Sprar. La mostra fotografica nasce con l’intento di far conoscere, attraverso l’immediatezza del racconto per immagini, l’esperienza di accoglienza vissuta in questi anni dai beneficiari del progetto. Tutto il materiale fotografico esposto, oltre 40 foto, è stato spontaneamente prodotto e raccolto negli anni dagli operatori e beneficiari del progetto, oltre che da cittadini bovinesi attivamente coinvolti nei percorsi di accoglienza e integrazione. Le “immagini a colori” presentate sono lo specchio della bellezza della diversità che si manifesta nell’incontro con l’altro, nelle occasioni nuove e nelle nuove relazioni, nel confronto costante dei punti di vista professionali degli operatori del progetto, nelle molteplici esperienze umane, nei racconti di vita che si intrecciano nella esperienza dell’accoglienza.