Finanzieri del Comando Provinciale di Foggia, all’esito di complesse e articolate attività di indagine coordinate e dirette dalla locale Procura della Repubblica, dalle prime ore di questa mattina stanno dando esecuzione all’ordinanza cautelare del Tribunale di Foggia, Sezione Giudice per le Indagini Preliminari, con la quale è stata disposta l’applicazione di misure cautelari personali nei confronti di 15 persone (tre dei quali agli arresti domiciliari ed i restanti sottoposti a misure di natura interdittiva) ritenuti responsabili, a vario titolo, di gravi reati contro la Pubblica Amministrazione, la “par condicio imprenditoriale”, la Fede Pubblica ed il Patrimonio. Oltre al sindaco Antonio Potenza (primo sindaco leghista in Puglia e tra i più suffragati, con oltre il 70 per cento delle preferenze per l’elezione al secondo mandato), figurano ai domiciliari il consigliere di maggioranza Ivan Augelli (nominato assessore al Verde pubblico nell’ultima Giunta) e un imprenditore.
Nei confronti del dirigente comunale sanseverese Franco Delli Muti, è stata disposta la misura della sospensione temporanea dai pubblici uffici e servizi inerenti l’attività per la durata massima prevista dalla legge.
Le altre persone coinvolte sono Claudio Cardone e Anito Zicchino (per i quali è stata disposta come per Delli Muti la sospensione temporanea dai pubblici uffici); coinvolti anche Nicola Palma, i fratelli Giuseppe D’Anello e Angelo D’Anello, Massimo Pastucci e Giovanni Rosario Ricciardi, per i quali è stato disposto il divieto temporaneo dell’esercizio dell’attività imprenditoriale per ciò che concerne i rapporti con la pubblica amministrazione, per la durata massima prevista dalla legge.
Nei confronti dell’avvocato Roberto Gentile disposta la sospensione temporanea dall’esercizio dell’attività forense.
Le indagini prendevano le mosse dalla querela presentata da un privato cittadino, con la quale venivano segnalate gravi irregolarità nelle procedure di aggiudicazione di importanti commesse pubbliche da parte del Comune di Apricena. A beneficiare di tali irregolarità, secondo il querelante, un noto gruppo imprenditoriale del posto, ritenuto “vicino” al sindaco del Comune di Apricena. L’immediata escussione del querelante, a cura del pm titolare delle indagini, e le conseguenti investigazioni svolte dalla Compagnia di San Severo e dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Foggia consentivano di verificare la fondatezza della querela e di riscontrare, in particolare, l’esistenza ed operatività in Apricena del segnalato connubio politico-imprenditoriale attivo nel condizionamento di gare per l’aggiudicazione di commesse pubbliche.
Seguivano, su delega della competente autorità giudiziaria, incisive investigazioni di natura tecnica, le cui emergenze venivano puntualmente riscontrate e validate da servizi di appostamento e pedinamento e da acquisizioni documentali. L’attività di indagine si sviluppava per un lungo periodo di tempo, in quanto nel corso delle investigazioni emergevano costantemente nuove ipotesi di reato, con conseguente necessità per la Procura della Repubblica di aggiornare le iscrizioni nel registro delle notizie di reato. All’esito delle indagini, nei confronti del sindaco del Comune di Apricena, interessato dalla misura cautelare degli arresti domiciliari, sono stati acquisiti gravi indizi in ordine alla commissione dei reati di concussione, peculato d’uso ed abuso di ufficio. Nell’ordine, è stato accertato come il primo cittadino del Comune di Apricena, nel febbraio 2018, abbia costretto un componente del proprio staff a rinunciare al posizionamento ottenuto nella graduatoria risultare vincitore della selezione. L’intera condotta condotta era mossa da ragioni di natura politica, risultate prevalenti rispetto al rigoroso rispetto della legalità.
Le captazioni telefoniche e tra presenti e le correlate escussioni testimoniali hanno poi dimostrato come il sindaco del Comune di Apricena, nel gennaio del 2018, abbia impiegato, per disbrigare impegni di natura privata e connessi alla professione di ingegnere, una autovettura in dotazione al Comune per l’esecuzione di attività istituzionali.
Al novembre 2017 risale, invece, l’affidamento illecito, da parte del sindaco di Apricena, dei lavori di realizzazione dell’impianto di videosorveglianza dell’immobile sede del Comune in favore di imprenditore compiacente. In particolare, nel corso delle attività di indagine, emergeva come il sindaco utilizzasse personalmente una scheda telefonica intestata alla madre di tale imprenditore. Contestualmente, a carico di un assessore, componente del Consiglio Comunale di Apricena all’epoca dei fatti, interessato dalla misura cautelare degli arresti domiciliari, e di imprenditori edili collusi, uno dei quali sottoposto alla misura interdittiva del divieto temporaneo dell’esercizio dell’attività imprenditoriale per ciò che concerne i rapporti con la P.A., sono stati acquisiti gravi indizi dei reati di “turbata libertà degli incanti” e di “rivelazione ed utilizzazione di segreti di ufficio”, con riferimento alla procedura pubblica di gara per l’appalto di servizi concernente “azioni di supporto alle politiche occupazionali mediante l’attivazione di borse lavoro per la manutenzione del patrimonio”, nonché di “induzione indebita a dare o promettere utilità”, avendo l’amministratore pubblico, abusando della propria qualità, indotto un imprenditore a consegnare una partita di legname a persona di sua fiducia. In particolare, sono stati ricostruiti i passaggi con i quali sono state inquinate gare pubbliche, al fine di favorire imprenditori del luogo ritenuti vicini all’amministrazione comunale.
Nei confronti, invece, dell’imprenditore edile di Apricena sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari e di alcuni professionisti compiacenti, sottoposti invece alla misure interdittiva della sospensione temporanea dall’esercizio dell’attività professionale, sono stati acquisiti gravi indizi in ordine alla commissione dei reati di “falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici”, di “attività di gestione rifiuti non autorizzata” e di truffa ai danni di compagnia assicurativa.
Oggetto delle indagini anche il condizionamento della gara pubblica per la realizzazione della rotatoria lungo la S.S. 89 nel territorio di Apricena. Secondo gli elementi di prova raccolti, quattro imprenditori di Apricena costituivano un “cartello di imprese”, turbavano attraverso la presentazione di “offerte di comodo” la predetta procedura e consentivano quindi ad una delle imprese partecipanti di aggiudicarsi illecitamente la gara.
In tale contesto il funzionario della Centrale Unica di Committenza dei Comuni di Apricena, Isole Tremiti e Poggio Imperiale ed il Responsabile del Settore III — Lavori Pubblici e Patrimonio del Comune di Apriccna formavano attestazioni ideologicamente false. I funzionari pubblici e gli imprenditori coinvolti sono stati sottoposti alle misure interdittive della sospensione temporanea dai pubblici uffici e dal divieto temporaneo dell’esercizio dell’attività imprenditoriale per ciò che concerne i rapporti con la P.A. Inficiati da responsabilità di natura penale anche i lavori di miglioramento sismico della Caserma dei Carabinieri di Apricena, finanziati dalla Regione Puglia e dal Comune di Apricena, oggetto di procedura negoziata di gara pubblica.
Gli elementi di prova raccolti hanno infatti consentito di accertare che il Direttore dei lavori del Comune di Apricena, il responsabile del Settore III — Lavori Pubblici e Patrimonio dell’Ente ed il rappresentante legale della società aggiudicataria dei predetti lavori pubblici formavano atti ideologicamente falsi relativi alla data di inizio dei lavori, inducendo in tal modo in errore la Regione Puglia e procurando alla società aggiudicataria un ingiusto profitto patrimoniale. I tre pubblici ufficiali coinvolti sono stati sottoposti a misure interdittive.
L’intera attività di indagine si è avvalsa sommarie informazioni dagli inquirenti, quadro cautelare emerso dalle attività di documenti. In tutto sono 25 i soggetti coinvolti, ai preliminari
anche della collaborazione di privati cittadini che, escussi a hanno reso dichiarazioni tali da confermare pienamente il intercettazione, dai servizi di osservazione e dalla analisi dei quali è stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari.