Carcere di Foggia, condizioni da terzo mondo e gli avvocati si fermano. Ursitti: “Al governo chiediamo una riforma vera”

Protesta per le condizioni degli istituti penitenziari. L’astensione nazionale proclamata dall’Unione Camere Penali Italiane

Udienze penali disertate questa mattina nel Tribunale di Foggia. La Camera Penale di Capitanata, guidata dal presidente Gianluca Ursitti, ha aderito all’astensione nazionale proclamata dall’Unione Camere Penali Italiane e costituita dalla gravissima situazione in cui versano le carceri italiane. “A Foggia – ha detto Ursitti a l’Immediato – c’è un sovraffollamento enorme. Inoltre si riscontra un’assistenza sanitaria carente e c’è un problema di civiltà. Mancano le garanzie minime, quelle degne di uno Stato civile. La soglia di guardia ormai è stata ampiamente superata e lo diciamo da almeno due anni. Pensiamo che il legislatore non abbia risolto i problemi, anzi li abbia aggravati. Al governo chiediamo una riforma vera e una visione non più ‘carcero-centrica’. È necessario un approccio culturale differente. La rieducatività, che è un valore costituzionale, deve essere garantita e assicurata. Non si può vivere come topi in gabbia”.

Ursitti ha presieduto stamattina un incontro nell’aula 6 del tribunale dauno incentrato su questa tematica. Accanto a lui il sostituto procuratore Francesca Romana PirrelliPatrizia Andrianello del carcere di San Severo. Quest’ultima ha parlato del sovraffollamento come “di un grande problema nazionale che si riscontra anche in un penitenziario piccolo come quello sanseverese. Le questioni – ha aggiunto – sono le stesse. Il sovraffollamento è proporzionale al numero delle capienze. San Severo, davanti a una capienza di 65 detenuti, ospitava fino alle 12 di ieri 85 ristretti ma in passato si è arrivati anche a 100. C’è inoltre una criticità relativa all’edilizia penitenziaria. Mentre a Lecce (dove la Andrianello è vicedirettore, ndr) c’è un istituto moderno, a San Severo è presente una delle strutture più vecchie”.

Le problematiche riguardanti il mondo carcerario partono da lontano. “A dirla tutta – aveva spiegato Ursitti in una nota -, la strada era stata già abbondantemente spianata dal Governo precedente, che con un tratto di penna aveva vanificato tutto il lavoro delle commissioni ministeriali, affossando – di fatto – la riforma dell’ordinamento penitenziario, probabilmente nel timore dell’impopolarità di alcune scelte.

Si aggiunga – come se non bastasse – il recente, sconsiderato ampliamento delle ipotesi di ‘ostatività’ alle misure alternative alla detenzione (per i non addetti ai lavori, si tratta di casi per i quali non è possibile accedere alle predette misure in ragione del titolo del reato) previsto dalla legge anticorruzione, che ha contribuito, e non poco a riempire le carceri”.



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