Ha pochi mesi di vita, parla, cammina e si relaziona da umanoide: è Nao il robottino amico dei bambini autistici e con difficoltà sociali che, attraverso dei laboratori avviati lo scorso 8 febbraio ha favorito l’integrazione e l’inclusione sociale dei piccoli dai 3 ai 12 anni (divisi in tre fasce d’età) e dei loro genitori. Il percorso di crescita è stato uno degli obiettivi principali di “NAO – Nuove Abilità e Opportunità”, il progetto dell’associazione Il Girasole tra i vincitori di ‘Orizzonti Solidali’ 2018, il bando di concorso rivolto al terzo settore pugliese promosso dalla Fondazione in collaborazione con i supermercati Dok, A&O, Famila e Iperfamila e con il patrocinio della Regione Puglia e del suo assessorato al Welfare. 30mila euro è il costo del finanziamento.
“Abbiamo raggiunto gli obiettivi che ci eravamo prefissati, lavorando maggiormente sull’inclusione dei bambini che si sono raccontati con Nao, condividendo tante emozioni – – ha spiegato a l‘Immediato, Cristina Bubici, psicoterapeuta e referente del progetto -. Abbiamo lavorato sull’imitazione, l’educazione emotiva, l’attenzione, l’empatia, la relazione e l’ascolto. Il progetto ha previsto tre laboratori: comunicazione, musicoterapia e uno di discipline Stem (scientifico-tecnologiche: scienza, tecnologia, ingegneria e matematica). I bambini hanno risposto bene, sono stati sempre entusiasti, aperti alla novità. Mi chiedevano dov’era Nao e se stava dormendo. Un robottino attraente, un facilitatore che ci ha permesso di entrare in contatto con le loro emozioni”.
Innovazione. La robotica educativa, intesa come scienza che facilita la collaborazione promuovendo le attitudini creative dei bambini, si concretizza nel rapporto col bambino che in questi mesi ha interagito con l’umanoide NAO. “Un progetto teso a favorire relazioni e stimolazioni di un mondo affetto dai disturbi dello spettro autistico che impatta in maniera trasversale la società oltre che le famiglie interessate”, ha commentato il direttore sanitario Antonio Nigri.
“Finisce un ciclo sperimentale, coinvolgente, nuovo e diverso per tutti noi – ha spiegato Daniela Balducci della Fondazione Megamark -. Sembrerebbe una festa di chiusura, ma il progetto Nao non è destinato a terminare, finisce solamente un ciclo. È stata la prima volta anche per noi, c’è stata la possibilità di interfacciarsi e vedere quali sono le potenzialità dei robot nei confronti dei bambini”. Uno strumento di mediazione che faciliterà la creazione di relazioni sia fra i bambini che fra essi e gli esperti.