Nelle sale parrocchiali della chiesa del “Carmine Nuovo” a Foggia si è presentato il neonato Comitato per la Tutela e la Valorizzazione Archeologica dell’area ex Ippodromo, a cui aderiscono le associazioni, Università Verde Di Capitanata, Adcua Onlus; Sani Stili di Vita, Cittadinanzattiva, Assoconsum, Adiconsum e Codacons.
Presenti oggi all’incontro i diversi animatori delle associazioni: Mario Pasqua, la dottoressa Castrignanò, Annamaria Novelli, l’ex dirigente Asl ora in pensione Tonio Battista, Walter Mancini, Giovanni D’Elia, l’attivista Marconi e molti altri.
Il tema centrale per loro è la prosecuzione degli scavi archeologici ai Campi Diomedei. Come hanno evidenziato, si ricorderà che i lavori appena iniziati furono interrotti alla fine dello scorso anno per l’intervento della Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio, richiedente una proposta progettuale in variante, e tutela del Complesso Cavalli Stalloni e visto “… l’interesse particolarmente importante sotto il profilo archeologico per la presenza di un esteso villaggio trincerato di età neolitica …” riguardante l’intera area.
Già alcuni anni fa, ha spiegato il dottor Pasqua, un’operazione di scavo, fortemente voluta dai diversi cittadini mobilitati per l’area ex ippodromo, portò esiti positivi con il rinvenimento di diversi reperti.
“Date le premesse, grande è stata la perplessità scaturita dall’analisi dei documenti riguardanti le varianti a cui la Direzione Generale Archeologica Belle Arti e Paesaggio dà il suo assenso. Si parla di stralcio della definizione progettuale della copertura a protezione dell’area archeologica, rinviandone la definizione agli esiti dei relativi scavi archeologici. Stesso dicasi per il centro documentale la cui configurazione spaziale e volumetrica potrà essere esaminata solo a seguito della verifica archeologica del sito”.
1998 e 2005, quando i fondi erano limitati: sono queste le date dei ritrovamenti archeologici su quel sito neolitico, che potrebbe cambiare il volto della storia cittadina.
“Chiediamo che quegli scavi vengano completati, per aprire nuove possibilità al turismo archeologico. Cambia la storia del nostro territorio, di villaggi neolitici al centro della città non ce ne sono molti in Italia. Il fossato a C è un unicum”. Parco archeologico con degli spazi verdi e con i cavalli, è questo quello che chiedono le associazioni, con un chiaro rispetto per i manufatti in stile Liberty.
“Noi non siamo contro il parco, il nostro modus operandi ha la vision della tutela dei beni comuni. Il parco non è solo la superficie ma il nostro patrimonio culturale e storico, nel 2005 attivammo gli scavi grazie al principio di sussidiarietà, sono intervenuti i cittadini. Vogliamo contribuire con l’attenzione alla partecipazione dei cittadini a mantenere i beni fisici e culturali. Tante volte si è detto che Foggia è solo una città palazzinara, bene abbiamo ora la possibilità di smentire questo assunto, i cittadini hanno già difeso quell’area, proteggendola da varianti urbanistiche”, ha osservato Castrignanò.
Aree didattiche, formazione di nuovi profili professionali archeologici e turistici, lotta all’obesità infantile. Il Parco ha innumerevoli traiettorie di sviluppo. “Nei diversi lotti del finanziamento si parla solo della sistemazione della copertura del compound, non parla di prosecuzione degli scavi. Ma i ritrovamenti del 2005 e del 1998 lasciano presupporre che ci sia qualcosa grosso che farebbe riscrivere la storia del territorio, superando la trascuratezza che oggi vive Foggia. Si avrebbero nuove tracce storiche, laddove il parco così come immaginato butta ombra e non fare emergere la vera storia di Foggia”, è stato il commento della dirigente scolastica dell’Altamura, Novelli. “Attendiamo risposte dalle istituzioni. Bisogna un po’ svegliarsi Il dottor Luigi La Rocca è il nuovo soprintendente chiederemo subito un incontro con lui”, il proponimento nel breve periodo.