Sul web e nei social network è partita una campagna/petizione “Change.org” da parte dei N.O.C. (Non Official Cover) con la quale apponendo una firma (via email) si invitano le persone a contribuire alla rimozione e al trasferimento del magistrato, Alessio Marangelli.
Il link della petizione è il seguente: http://chng.it/n6m7kpFY e la petizione recita testualmente: “4 Carabinieri accusati di associazione mafiosa da un Magistrato, il Magistrato ordina loro di fare una rapina, i carabinieri si rifiutano, dopo mesi dal diniego si ritrovano accusati di favoreggiamento alla criminalità organizzata. Da quelle accuse i Carabinieri furono arrestati e sbattuti in prima pagina, ogni grado di giudizio ha dato ragione ai Carabinieri, ma a farne le spese nonostante l’essere stati dichiarati non colpevoli non è stato il Magistrato ma i Carabinieri con continui trasferimenti, ma il Magistrato è ancora lì al suo posto, chiediamo la rimozione di ogni incarico del suddetto Magistrato con trasferimento immediato ad altra sede che non sia il circondario di Foggia e Provincia. I 4 Carabinieri chiedono giustizia, una giustizia morale nel vedere il loro “accusatore” pagare per le pene inflitte gratuitamente e soprattutto senza prove”.
Con queste parole “Chiediamo a te cittadino, con la tua firma, di aiutare i 4 Carabinieri ad avere giustizia morale” termina la petizione online promossa dai N.O.C. (Non Official Cover) i quali invitano tutti ad una presa di coscienza nel dar supporto a servitori dello Stato, traditi dallo stesso Stato, che hanno sacrificato la loro vita e il loro tempo libero per dedicarsi alla salvaguardia di ogni cittadino, dove questi hanno, nel corso della loro carriera, servito onestamente il territorio, con senso del dovere ed abnegazione al sacrificio.
Il caso, che al tempo fu comunicato dalla stampa e ripreso anche dal noto programma televisivo “Le Iene”, riguarda 4 carabinieri accusati dal magistrato nell’ambito di un’indagine della Procura di Lucera, di favoreggiamento per le estorsioni fatte da un clan criminale locale. I militari vennero prosciolti da ogni accusa. Il castello accusatorio mosso dal magistrato fu costruito su alcune intercettazioni risultate non provanti le accuse mosse a carico degli uomini dell’Arma. Inoltre, negli atti processuali vennero depositate alcune testimonianze nelle quali il magistrato avrebbe “stranamente ordinato” ai 4 carabinieri di fare una rapina. “Autorizzazione a compiere ogni atto che si lega all’installazione di apparati tecnici in particolare a simulare l’illecita sottrazione dell’auto all’indagato e il successivo rinvenimento della stessa“, come si legge sulle carte prodotte al proprio difensore da uno dei carabinieri accusati. In difesa dei 4 militari furono fatte anche alcune interrogazioni parlamentari. Tutto ciò è riportato fedelmente anche nel video del servizio de “Le Iene” dal titolo “Da carabiniere a carcerato” presente al link: https://www.iene.mediaset.it/video/pecoraro-da-carabiniere-a-carcerato_69864.shtml
“Chi davvero vuole che la legalità trionfi e giustizia sia fatta, coscientemente e soprattutto in rispetto alle leggi vigenti, firmi la petizione dando luogo al trasferimento di un magistrato che non ha prodotto giustizia e perciò legalità. Chi sbaglia va punito e non messo più in condizione di farlo, pur essendo un magistrato che altro non è un uomo, perciò non infallibile, responsabile delle sue azioni e non sia più responsabile della vita altrui. Nessuno è perfetto e chi sbaglia – concludono – deve pagare innanzi alla Giustizia”.