Lino Padalino, il patron del ristorante foggiano La Perla di Damal di proprietà dei suoi tre figli, è amatissimo per la sua simpatia e per la sua grande esperienza di imprenditore del settore. Da quando non porta con sé tra i tavoli la sua massiccia fisicità, gli avventori nella Food Street nei pressi del Palazzo di Giustizia lo guardano con maggiore affetto. È diventato un altro, ringiovanito, magrissimo. Ma ha lo stesso brio, la stessa incredibile estroversione.
Anche Lino è tra i pazienti del dottor Antonio Braun, ex Villa Igea e oggi in forza a Conversano. Nella clinica del Gruppo Salatto la Chirurgia bariatrica è divenuta uno degli asset fondamentali per la cura dell’obesità, come raccontato recentemente dalla nostra testata. La chirurgia permette la perdita di peso con la riduzione della dimensione dello stomaco, mediante la gastrectomia verticale parziale o diversione biliopancreatica con switch duodenale.
Lo stomaco del ristoratore il 25 luglio del 2017 è stato ridotto del 70%. Non era propriamente un obeso, sebbene superasse i 100 chilogrammi con i suoi 124 chili, ma il suo peso lo condizionava molto. A l’Immediato, Padalino ha raccontato la sua storia. A 55 anni, dopo più di 15 anni trascorsi in sovrappeso, si sente rinato.
“Avevo il diabete scompensato, arrivavo ad avere il diabete anche a 300 a volte 500. Rischiavo molto. Il mio era un diabete da alimentazione, ero insulina-dipendente. Non sono mai stato un mangione, con il locale il mangiare disordinato mi aveva fatto ingrassare, fino ad arrivare a pesare 124 chili. Sono sempre stato astemio, ma mangiavo di notte. Ho sempre amato mangiare tranquillo alle 2 di notte a casa, una volta chiuso il ristorante. Il mio metabolismo ne ha risentito, sono diventato grasso dopo i 35 anni”. L’idea dell’intervento chirurgico è giunta piano piano.
“All’inizio avevo paura, ci ho pensato alcuni mesi. Poi ho visto i risultati a livello di dimagrimento su un mio amico, Aldo, e anche su un amico e cliente sindacalista. E mi sono deciso”.
Dei 124 chili iniziali, subito dopo l’operazione, tre mesi dopo, Lino aveva perso 30 chili. Oggi a più di un anno, ha 54 chili in meno. E cosa ancora più importante ha eliminato il diabete, non ha più bisogno dell’insulina.
Il peso si è stabilizzato e non ingrassa, ma tiene sotto controllo gli alimenti e le calorie, con una dieta dissociata ferrea.
“Lo stomaco si è ridotto, prima dovevo riempire un bicchierone, oggi ho un bicchierino minuscolo. A pranzo mangio pasta, 25 grammi e a cena carne, massimo 30 grammi. Poi bevo tanti frullati, l’alcol non ha mai fatto parte della mia dieta. Mangio di tutto in maniera ridotta, ho eliminato solo dolci e lievitati, ma per il diabete. Ho scelto di operarmi per il diabete, non mi interessava molto l’aspetto estetico”.
Tuttavia da magro, Lino si sente diverso. Si sente meglio, vive con orgoglio tutti i nuovi vantaggi. Non ha più lo stigma con sé.
“Da magro non hai più le umiliazioni che vivi da grasso – racconta -. Mi capitò di entrare in un outlet a Caserta. Avevo visto un maglione, chiesi se c’era la mia taglia e la commessa, senza neanche alzarsi, mi guardò in maniera schifata. “Chi gliele deve dare le taglie per lei”, mi disse. Questo è solo un esempio di come ti guarda la gente. In estate restavo sempre sul gommone, perché era difficoltoso scendere e ancora più difficile era risalire. Era complesso per me allacciarmi le scarpe, vestirmi. Nel rapporto con gli altri senti di avere un handicap, ti senti inferiore. Magari gli altri ti amano, ti vogliono bene per quello che sei, nel mio lavoro tutti mi hanno sempre apprezzato, ma una parte di te si sente sempre insicura. Quando sei grasso inevitabilmente nascondi una parte di te. Oggi invece mi sento più sicuro di me stesso. Il rapporto con mia nipote è cambiato radicalmente. Prima la portavo fuori e non riuscivo a camminare molto. Avevo l’affanno. “Nonno ti fermi sempre”, si lamentava la mia nipotina. L’altro giorno siamo andati a Bari e si è stancata lei”, evidenzia sorridendo.
L’operazione chirurgica gli ha cambiato la vita. “Di corsa la consiglierei anche agli altri. Ora la fanno anche in Ospedale con i dottori Petruzzelli e Tartaglia. Intervento e degenza sono una cavolata. Il dottor Braun è eccellenza non soltanto come medico, ma anche come persona. È bravissimo, alcuni continuano ad andare a Milano o all’estero, ma io consiglio di andare da lui, è il top. C’era una fila di un anno e mezzo a Villa Igea”.
Mancano tutti quei chili? Manca qualcosa della vita da over? “Non mi manca nulla, ho cambiato 4 o 5 volte il guardaroba, ma sono i soldi che ho speso più volentieri in vita mia. Riacquisti il gusto di vestirti e di guardarti allo specchio, quando sei grosso devi accontentarti di quello che trovi”.
C’è il pericolo di ingrassare di nuovo? La domanda non lo spaventa. “Quel pericolo c’è sempre, perché il metabolismo può ritornare ad essere lento. Basta evitare cibi calorici. È scontato che se ingurgitassi della crema chantilly immetterei 1000 calorie in pochissimo tempo. Mangio sano”.
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