Giovanni Stroppa saluta Foggia. Oggi ha rescisso ufficialmente il suo contratto con i rossoneri. Non è andato via senza però salutare. “Lascio nel momento giusto. Sono arrivato qua due anni fa in una situazione veramente difficile. Quello che siamo riusciti a fare insieme allo staff e giocatori è stato grande: una promozione e un campionato competitivo in Serie B, eravamo terzultimi a gennaio, poi noni a maggio. E’ stato un percorso straordinario e strepitoso per quel che mi riguarda”.
A Villa Reale, location scelta per l’addio, l’ex tecnico ha parlato per circa tre quarti d’ora: “Mi è stato dato tanto nonostante qualche contestazione e qualche “vaffa”, ma ho sempre fatto tutto col cuore in mano. Sono stato l’uomo giusto per Foggia dopo 19 anni di frustrazioni e di battaglie non realizzate. Mi sono fatto forza perché le critiche erano espresse da chi si portava dietro una situazione negativa. Foggia vive di calcio tutto il giorno”. Ma per Stroppa era arrivato “il momento giusto per lasciare”.
“Sono passato per traditore ma credo di essere arrivato al culmine di quello che potevo dare per questa squadra e per questa città. Ho tenuto dentro di me la scelta ma in maniera serena. Tra Crotone e Foggia cambiano le motivazioni e forse qui sono venute meno. Lì c’è un progetto tecnico nuovo da avviare. Capisco il risentimento ma lascio nel momento ideale perché forse Giovanni Stroppa non può dare più di quanto dato fin qui. Credo e mi auguro di aver lasciato un ricordo positivo ed è una scelta che ritengo normale, anche se alla fine normale non lo è stata perché c’era un contratto in essere”.
E ancora: “Credo che la mia onestà professionale sia stata massima. Ci metto la faccia con la massima serenità. Se alla fine dell’anno la squadra in cui vado dovesse arrivare dietro al Foggia la mia sarà comunque stata una scelta. E mi prendo le responsabilità delle mie decisioni, sapendo che potrebbe andar male. L’anno scorso, dopo una stagione irripetibile per i record e per la promozione, avevo ancora le motivazioni per andare avanti perché credevo di poter costruire qualcosa di buono e l’ho fatto, ma quest’anno abbiamo vissuto vicissitudini importanti. Probabilmente non ho più nulla da dare”.
I rapporti con Nember? Eccezionali. “Non sempre un rapporto di lavoro termina con un litigio. Il direttore sportivo ha fatto un certo tipo di mercato ed insieme abbiamo scelto gli uomini giusti. Il rapporto si è consolidato ma gli avevo anticipato che potesse esserci questo tipo di scelta e in effetti è andata così. Per me era la prima volta che avevo un direttore sportivo in panchina, ma nel pieno rispetto dei ruoli. Mi è stato detto che a Foggia ci sarebbe stato un ridimensionamento della situazione tecnica, vendendo le pedine pregiate e utilizzando le risorse per altre pedine in entrata. Quest’anno abbiamo anche cambiato superficie di gioco durante gli allenamenti: a Cerignola, sul sintetico, abbiamo avuto tanti infortuni. Era il periodo in cui il campo di Amendola era fuori uso”.
Sannella delusi. “Ho letto della delusione di Franco e Fedele. Mi dispiace, non dimentico quanto mi hanno dato. Ho rescisso poco fa con il Foggia rinunciando a tre stipendi. La penalizzazione in classifica non mi avrebbe spaventato”.
Una battuta su chi potrebbe essere il suo successore. “Credo che Grassadonia sia il profilo più simile al mio. Gli altri sono profili diversi anche per la categoria”. Infine un’ultima dichiarazione sul Foggia, una squadra vissuta prima da giocatore, poi da allenatore. “Mi lascia una magia. Ho ricevuto tantissimo, anche tante parole cattive ma non importa. Vi ringrazierò sempre, Foggia è sempre stata speciale, ve lo dico con il cuore. Ieri per strada ho incontrato gente che mi ha fatto venire la pelle d’oca. Magari come sbagliavo i cambi o la formazione, avrò sbagliato anche scelta. Ringrazio infine la società, Franco e Fedele in particolare. Allo Zaccheria ho respirato un calore incredibile. Grazie”.