Teatro e vita, “drama” e parole, come nella migliore tradizione catartica dell’agire teatrale. La prima mattinata della Festa del Volontariato di Foggia ha visto coinvolti tanti giovani e il loro percorso formativo sul palcoscenico dell’auditorium della Parrocchia Gesù e Maria.
9 studenti dell’istituto artistico Perugini, tra letture sceniche, videoarte e performance live pittoriche, hanno messo in scena il libro “Colpevoli” della giornalista Annalisa Graziano basato sulle testimonianze dei detenuti della Casa Circondariale di Foggia.
“Il pregiudizio è troppo forte, non ti dà una seconda possibilità”, una delle frasi che scorreva sullo schermo davanti a Sergio, uno dei protagonisti del libro in prima fila con la sua famiglia, riunitasi oggi fuori dal carcere, dove l’uomo deve ancora finire di scontare la sua pena.
Il progetto del Liceo Artistico, come ha spiegato il prof Michele Sisbarra insieme ad Annalisa Graziano, è nato dalla collaborazione con la scrittrice e con le testimonianze che grazie al suo libro sono diventate “note” all’opinione pubblica. “Il carcere tra immaginario e realtà” è stato soprattutto un grande momento creativo per gli studenti, che hanno realizzato opere straordinarie in parte donate al carcere di Foggia.

“Il processo riabilitativo con la seconda possibilità è un modo per ripristinare quel sistema di relazioni che si era interrotto. I ragazzi hanno affrontato le letture del libro e attraverso una filmografia, hanno seguito alcuni momenti di formazione, hanno prodotto dei lavori. È stato un processo lungo durato un anno e concluso con la rappresentazione che alcuni alunni hanno portato alla Casa Circondariale. È un progetto forte, che è entrato in carcere, diverso dai vari temi sulla legalità, con punti di vista non sempre condivisi, reso possibile grazie al nostro dirigente scolastico Giuseppe Trecca che ci ha dato carta bianca”, l’illustrazione dell’architetto Sisbarra.
Lo spettacolo toccante e poliforme diretto dal regista Michele D’Errico, ha suscitato emozioni profonde, riuscendo a trasmettere calore e sensazioni fortissime come solo l’arte sa fare.
Alla fine, tra gli applausi sinceri privi di ogni pregiudizio, è intervenuto anche Sergio, che da piccolo sognava di recitare in teatro.