Oggi Luigi Di Maio ha conferito ufficialmente al prof Giacinto Della Cananea l’incarico di esaminare i programmi ufficiali elettorali che sono stati presentati dalle forze politiche Lega e Partito Democratico al fine di vagliare sia gli aspetti comuni, sia gli aspetti distintivi, segnalando le differenze di contenuto ritenute superabili e quelle – invece – insuperabili. Dopo le consultazioni con il presidente Mattarella, Di Maio è stato chiarissimo. Lo scoglio è e resta Silvio Berlusconi.
Il Movimento ha dettato le sue condizioni compatibili con i suoi valori e la sua storia. “Non possiamo pensare di perdere altro tempo, abbiamo proposto una soluzione a due forze politiche, la Lega e il Pd, con la stesura di un contratto di governo sul modello tedesco, avevo detto che avrei incontrato volentieri i due segretari, ma ci siamo resi conto che c’erano delle evoluzioni in corso, i tempi non erano maturi. Abbiamo avviato un comitato scientifico per i lavori istruttori, in attesa delle evoluzioni all’interno delle varie forze. Ho apprezzato l’apertura di autorevoli esponenti del Pd, ma il Pd resta chiuso, anche se nessuno può sentirsi esente da dare un governo, soprattutto chi ha progettato questa legge elettorale”. Di Maio ha ammesso che “con la Lega c’è una sinergia istituzionale, che ha permesso di rendere subito operativo il Parlamento”.
“C’è una sinergia nei nostri gruppi sull’istruttoria sui vitalizi e sul lavoro della commissione speciale, ma prendiamo atto oggi che ancora una volta che Matteo Salvini e la Lega ci stiamo proponendo lo schema del centrodestra, che è un ostacolo al cambiamento, nata per adattarsi alla legge elettorale, quella di Salvini è una posizione che io non comprendo. Con una battutaccia nei nostri confronti Berlusconi ha dimostrato che sta sperando nel Pd più che nel Movimento. È evidente che quel modello di centrodestra tanto decantato fa un passo indietro, registriamo una ipotesi di chiusura al governo di cambiamento”.
Quali sono le opzioni, secondo Di Maio? “Salvini o vuole fare un governassimo oppure vuole tornare al voto, una ipotesi che noi scongiuriamo ma di cui non abbiamo paura. Vediamo solo una soluzione e questa soluzione investe Silvio Berlusconi, dovrebbe mettersi di lato”. Insomma, tutto da rifare. Il pallino torna in mano a salviniani e piddini.
Ma a chi è più compatibile il Movimento 5 Stelle? Ai sovranisti della Lega o al Pd? Non si pone proprio questa domanda il professor Marco Barbieri dirigente di Sinistra Italiana-LeU. “LeU è irrilevante in Parlamento, i Cinquestelle hanno dichiarato di volersi alleare o a destra, con la Lega, o a destra col Pd – dice a l’Immediato con la sua consueta ironia -. La sinistra non c’è nel loro campo d’azione, ho letto le dichiarazioni di Fratoianni. Vedremo le misure che attueranno se davvero andranno al Governo. Loro promettono in forma vaga ed ondivaga alcune cose che noi caldamente vorremmo. La prima è il ripristino dell’articolo 18, ma dovremo vedere in che modo. La seconda riguarda la proposta di legge sul reddito di cittadinanza. Anche qui può essere che la loro misura si presenti come il bidone del ReD di Michele Emiliano. Il nostro consigliere regionale, la buonanima di Guglielmo Minervini, avanzò una serie di emendamenti solo parzialmente accolti. Le osservazioni critiche furono mosse anche a Foggia dinanzi a Titti de Simone che si occupava del Red per Emiliano. Magari i Cinque Stelle fanno una cosa seria col reddito di cittadinanza, ma se lo fanno come Emiliano si tratterà di una misura parziale, squilibrata e tutt’altro che universale, che dà troppi vantaggi alle imprese e pochi ai cittadini”.
La possibilità che i 14 parlamentari LeU possano assumere un rilievo migliore di quello attuale dipende da quale sarà il governo e da come si comporterà il Pd. Se si scinderà o meno. “Certo, non possiamo fare il ruggito del topo – continua il giuslavorista ed ex assessore regionale della Giunta Vendola – nel programma del Movimento ci sono punti che condividiamo come la cancellazione della Buona Scuola, salvo che poi loro hanno indicato un dirigente in linea con Renzi come loro possibile Ministro all’Istruzione”.
Barbieri non nega di essere i buoni rapporti con i consiglieri regionali pentastellati, che in molti casi ha anche “aiutato” nella lettura degli accadimenti. “Credo che Rosa Barone e gli altri siano dei ragazzi di buona volontà, sono all’opposizione, la sfida è vederli al governo. E credo che sia abbastanza imprevedibile sapere come si muoveranno. Il loro orientamento reale è difficilmente prevedibile, vanno incoraggiati i punti di contatto, ma sui migranti ad esempio hanno idee molto diverse da LeU”.
Crede che il Movimento 5 Stelle sia la nuova forza di sinistra? “Non credo che il M5S sia di sinistra, per loro stessa ammissione. Sono loro a dichiararsi né di destra né di sinistra. Infatti almeno a Foggia il loro elettorato viaggia tra i fascisti e tra chi si dichiara comunista, il M5S è stato votato da tutti, se si considerano gli scarsi risultati in territori storicamente di destra dei Fratelli d’Italia, di Casapound e di Forza Nuova. Poi su alcuni temi come il biotestamento ha avuto posizioni strane: il Movimento è una cosa curiosa. Anche sull’Ilva attendo di capire quali saranno le loro politiche. Dobbiamo avere un atteggiamento costruttivo nei loro confronti, di incoraggiamento delle misure giuste. Più che la sinistra serve una restaurazione di serietà, che manca oggi alla politica”.