È stata inaugurata sabato sera la mostra “Camera Doppia” nella Galleria Creo di Via Lustro a Foggia. Le ospiti sono Luisa Colli e Veronica Lovati, due artiste milanesi che letteralmente esportano le loro interiori ansie, fatte di colori e materie, in una città, Foggia, dove i colori sicuramente si percepiscono meglio grazie alla luminosità e alla luce di cui il Sud dispone. La Camera Doppia è uno spazio ma anche il luogo delle manifestazioni del proprio io fatto Arte.
Ad introdurre le loro opere al pubblico, il critico d’arte e docente Gianfranco Piemontese, che ha citato per loro il Coro della Medea di Euripide. “Finisce il regno dei maschi cambiano le parole degli Dei. Il loro elogio glorifica le donne. Il secolo delle donne sta sorgendo. La gloria incorona la loro vita. Ode stupenda la loro fama sparge”.
Secondo il critico, nelle opere “la figura delle antenate o delle far mothers viene magistralmente proposta da Veronica Lovati”. E ha spiegato: “La sua rielaborazione delle diverse figure femminili del personale suo passato vengono riprese su un supporto, la stoffa con il colore rosso che la fa da padrone e che segna profili a lei cari ma che allo stesso tempo possono essere anche i profili di tutte la lontane madri alias far mothers di ognuno di noi. Così il pensiero corre rapido alle piccole veneri quale quella di Willendorf, solo che la Lovati ne traccia contorni e superfici sul piano di quel supporto che nel corso dei secoli ha caratterizzato una delle tante attività a cui la donna era “legata”: la stoffa del cucito o quella che veniva lavorata al telaio delle tante Penelopi che la storia umana può raccontare in tutti i luoghi di questo nostro mondo”.
Se Lovati si confronta con il proprio/collettivo mondo delle antenate, Luisa Colli esibisce l’importanza della riflessione e dell’osservazione del bello, che rinvia alla tradizione orientale e, nello specifico giapponese. Il pubblico si è trovato dentro il Tokonoma, una visione d’interno minimalista nella forma, con installazioni che riportano al pensiero kandinskiano. Per entrambe Piemontese evoca il grande Pino Pascali.
“Colli unisce la parte femminile dell’astro lunare – ha osservato nella sua illustrazione in galleria -. Un sole e una luna dalla forma rettangolare, e sembra di riandare ad un altro atavico refrain per cui il sole è maschile ed è positivo, la luna è femminile ed è negativa, per essere buoni, perché la luna femminile nel retroterra culturale e religioso tutto europeo, viene ritenuta oltre che fattore negativo, la malvagità fatta persona anzi donna. Ma qui la differenza di genere e di colore diventano una sorta di yin e yang a colori che travalicano la retro cultura religiosa per farci immedesimare in un luogo di riflessione quale solo un angolo di una casa tradizionale giapponese ci può dare. Le materie delle installazioni della Colli sono tutte riconducibili all’ambito domestico e della cura, ma questo non deprime affatto il valore del suo messaggio, anzi lo enfatizza come materia contemporanea. Così come lo si può leggere in Scarpette rosse. Il rosso colore della passione nelle antenate della Lovati, diventa il rosso delle scarpe che ci fanno imbattere in quella amara realtà che purtroppo quasi quotidianamente colpisce la Donna. Una teoria di spazzole colorate che seguono un percorso in fila come in un gruppo, come in una comunità o come un gregge, ma due di esse, quelle rosse bloccate e recise dalla teoria. Un tema questo che si connette con l’altra installazione della Colli: I Ciuffoli”. Le spugnette dei lavori per secoli tradizionalmente femminili diventano oggetti sacrali, privati della loro funzione, simulacri in fila nelle installazioni.
Si tratta di una mostra importante che resterà fruibile fino al 24 marzo. Luisa Colli e Veronica Lovati, Angelo Pantaleo e la Galleria CREO si confermano come tra i più importanti promotori dell’arte a Foggia. Da non perdere.