
Mentre Liberi e Uguali ha incamerato le sue due donne capolista, nel Pd e nei civici di Michele Emiliano si cercano candidature femminili. Ieri a Roma c’è stata una direzione nazionale “inutile e scontata”, secondo i maggiorenti. Sì alla deroga ai ministri e al premier Gentiloni, dentro una infuocata riunione sui pagamenti. I parlamentari che non hanno rimesso parte del loro stipendio al partito non possono essere candidati. In Capitanata sono in regola i due deputati uscenti Michele Bordo e Colomba Mongiello, mentre in altre province i parlamentari, se non hanno pagato, hanno anticipato somme per lavori nelle sedi del partito. Nessuno è moroso.
In una campagna elettorale tutta mediatica e nazionale, anche la capacità di spostare 1000 voti diviene una cosa di poco conto. Nessuno ritiene possibile che qualche esponente Pd possa fare il doppio gioco spostando preferenze verso gli ex compagni capitanati da Sabino Colangelo.
Nel Pd, l’opzione Gianna Fratta benedetta oggi da Massimo D’Alema, è stata accolta con soddisfazione e risatine. La musicista è ritenuta una candidatura debole. “La direttrice d’orchestra non entusiasma, i cittadini chiedono di avere gente nuova , ma non improvvisata, ci si accorge dell’incapacità o dell’incoerenza. Per quanto possa piacere la forma dialettica la figura di spicco, il cittadino cerca la realtà, la capacità di risolvere i problemi”, osserva un dirigente dem a l’Immediato, che preferisce rimanere schermato. Sarà una campagna elettorale senza contatto, ma all’uninominale i candidati possono fare la differenza.
Per il Pd alla Camera Michele Bordo è sicuro capolista, candidato anche nel suo collegio Manfredonia-Cerignola-Bat. Al secondo posto una delle ipotesi in campo è quella di Colomba Mongiello, candidata anche all’uninominale Foggia-Gargano. Ma la stessa deputata vicina a Coldiretti potrebbe anche essere candidata all’uninominale Senato, inserita nel listino al secondo posto dopo Francesco Boccia.
Due collegi uninominali ballano e sono alternativi tra Colomba Mongiello e il civico Rosario Cusmai. Se uno va alla foggiana l’altro andrà al coordinatore civico e viceversa. Ogni ipotesi si incastra in un contesto regionale, dal momento che in tutta la Puglia dovranno essere 3 le donne candidati su un totale di 8 collegi uninominali senatoriali regionali.
Una candidata deve provenire dalla provincia di Foggia, dove ci sarebbe anche Elena Gentile, la quale, però, non ha ancora chiesto, a detta dei vertici locali, la deroga al nazionale. Ancora una volta si ripresenta la contesa Elena-Colomba.
Serve un’altra donna forte. E per una operazione politica, per recuperare la minoranza, era stato anche chiesto a Iaia Calvio di candidarsi, ma lei ha rifiutato. “Accetto solo capolistature”, avrebbe tuonato. I ragionamenti sono in corso. Qualcuno a Bari pensa che Francesco Boccia sia un candidato più forte per il collegio senatoriale ambito anche dalla pediatra cerignolana, visto che per il 60% ricade nella Bat. “ Perché dobbiamo perdere voti? Quanti voti ha davvero Elena a Cerignola? E a Manfredonia?”, è la domanda maligna di chi non ha in simpatia la politica cerignolana.
Intanto cresce la famiglia della peonia di Lorenzin. Pippo Liscio, primo dei non eletti nella lista Emiliano Sindaco di Puglia, aderirà al progetto di Casini&co con Raf Vigilante e Massimiliano Di Fonso, consegnando la sua disponibilità per il proporzionale.