di MICHELE IULA
Il concorsone per l’assunzione degli operatori socio sanitari agli Ospedali Riuniti di Foggia rischia un altro stop. La Regione Puglia, con una nota inviata nei giorni scorsi, avrebbe chiesto all’azienda di viale Pinto di tenere come riferimento la pianta organica del 2011, anziché la più recente richiesta nell’anno che si sta chiudendo proprio dalla tecnostruttura barese.
Le procedure per i nuovi avvisi, invece, sono tarate sulle effettive esigenze di personale, tra l’altro presentate dal direttore generale Vitangelo Dattoli al governatore Michele Emiliano durante l’ultimo evento “La città nella città”. Ma evidentemente, in assessorato tutto questo è passato inosservato. Anzi, qualcuno avanza l’ipotesi di una “corsia privilegiata” per la stabilizzazione degli oss che hanno maturato tre anni di esperienza.
Questioni che, anche se non troveranno terreno fertile nella procedura, rallenteranno certamente i tempi per la presentazione delle candidature e per la definizione delle date delle prove (che con molta probabilità slitteranno ben oltre l’Epifania). In molti, dalla pubblicazione della delibera da parte degli OO.RR., hanno preso d’assalto i centralini pagando anche la quota di partecipazione, nonostante non fosse possibile prima della pubblicazione dell’avviso in Gazzetta ufficiale. Insomma, un caos alimentato dal mancato raccordo tra centro (assessorato alla Sanità guidato dallo stesso Emiliano) e periferia (policlinico).
Per di più, nella programmazione del management in questi giorni sarebbe stato pubblicato il concorso per gli infermieri, categoria che già dai tempi dell’ex direttore generale Tommaso Moretti rappresenta uno degli elementi cardine dello stato emergenziale dell’azienda sul fronte del personale. Il governatore, durante la sua ultima visita a Foggia ha garantito sugli investimenti infrastrutturali e sulle assunzioni. Sottolineando peraltro che “l’azienda deve essere brava a prendersi i risultati in Regione”, perché “non ha nulla da invidiare al policlinico di Bari spesso citato come modello”. Ma se queste sono le condizioni, la mission appare difficilmente raggiungibile. E il “riequilibrio” del sistema regionale, più volte annunciato dall’ex sindaco di Bari, resta quanto mai remoto.