L’Immediato lo aveva annunciato ieri l’altro in ordine alla possibilità che il Pd candidi il magnifico rettore Maurizio Ricci nel listino plurinominale del Senato in posizione di sicura elezione. È anche una guerra politica quella tra il Movimento 5 Stelle e l’Ateneo di Foggia. I senatori pentastellati, con primo firmatario l’avvocato barese Maurizio Buccarella, come anticipato, hanno depositato una interrogazione alla Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Valeria Fedeli, dopo le notizie pubblicate dal Fatto quotidiano sulla gestione dei concorsi per professore di prima e di seconda fascia nell’Università di Foggia. Secondo quanto si legge nell’atto del M5S, già online sulla pagina istituzionale del Senato, tale gestione “appare caratterizzata da gravi e numerose criticità”.
“Le informazioni hanno formato oggetto di approfondita verifica e hanno avuto numerosi riscontri documentali, tra i quali si è accertata la presentazione di esposti, con indagini penali in corso, e di numerosi ricorsi al TAR; sarebbe emersa, tra l’altro, la violazione delle norme sull’età pensionabile, per effetto di una modifica del regolamento didattico di Ateneo, cui è stata riconosciuta idoneità derogatoria rispetto alle norme vigenti di rango legislativo”.
Secondo gli interroganti, Buccarella, Santangelo, Castaldi, Lucidi, Puglia, Donno, Taverna, Cappelletti, Montevecchi, Giarrusso, Bertorotta, Paglini e Girotto, “circa i concorsi svoltisi presso l’Università di Foggia, risulterebbe: a) l’abuso del potere regolamentare dell’Università, con l’introduzione di norme (verosimilmente illegittime) volte a favorire i destinatari di nomine per incarichi conferiti dal rettore; b) la ripetuta modificazione e/o violazione dei regolamenti interni, che ha condotto con significativa regolarità a risultati concorsuali utili per delegati rettorali e titolari di incarichi di nomina rettorale; c) la mancata o intermittente considerazione di ipotesi di conflitto di interessi e/o di violazioni del codice etico; d) il mancato rispetto delle regole della pubblicazione degli avvisi sulla Gazzetta Ufficiale, ovvero mancata pubblicazione o avvisi pubblicati anche soli 3 giorni prima della scadenza del termine per la presentazione delle domande, con conseguente impossibilità o grave difficoltà di assicurare la pubblicità legale al bando e la par condicio tra i concorrenti, tale da garantire la più ampia partecipazione dei candidati esterni”.
I portavoce grillini, sollecitati dalla consigliera regionale Rosa Barone ad occuparsi della vicenda scatenata dai vari esposti della professoressa Francesca Cangelli, hanno anche elencato alcuni numeri. “Dalla conclusione della prima abilitazione scientifica nazionale, in attuazione della legge Gelmini (legge n. 240 del 2010), dal 2015 nell’Università di Foggia si sarebbero concluse 48 procedure concorsuali per professore di prima e di seconda fascia; in 46 casi su 48 il vincitore sarebbe un candidato interno. Solo 2, quindi, i casi di vincitore esterno, candidato unico, assunto dall’Università di Foggia. In 39 casi su 48 alla procedura avrebbe partecipato un solo candidato: su almeno 3 dei soli 9 casi con più candidati pende ricorso al TAR”.
Infine, 11 i casi in cui, scrivono, i destinatari di nomine per incarichi conferiti dal rettore, “sarebbero stati delegati rettorali o loro congiunti, un’allieva diretta del rettore e componenti designati dal rettore (non eletti) in seno agli organi accademici”.
Rosa Barone: “Si faccia luce”
“Ho interessato i nostri portavoce M5S in Senato per far luce su quello che sta succedendo all’Università di Foggia”, ha detto a riguardo la consigliera del M5S Rosa Barone. “Il nostro Portavoce in Senato Maurizio Buccarella – spiega la pentastellata foggiana – assieme ad altri 12 colleghi ha presentato un’interrogazione indirizzata al Ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli per conoscere quali azioni intenda assumere per porre rimedio alle criticità segnalate e per tutelare l’intera comunità accademica. Le università devono premiare il merito e non assecondare i desideri degli amici o di persone vicine. In un momento come questo – incalza Barone – non può lasciarci indifferenti la voce secondo cui lo stesso Ricci sarebbe prossimo ad una candidatura senatoriale con il PD. Una situazione che, se fosse verificata, sarebbe quantomeno inopportuna soprattutto con le elezioni ormai alle porte. Che cosa succederebbe se Ricci diventasse Senatore e acquisisse di conseguenza l’immunità parlamentare qualora le indagini ne accertassero eventuali omissioni, colpe o negligenze? Si tratta di una situazione che va chiarita al più presto e mentre la Procura svolge il proprio lavoro – conclude -, chiediamo al Ministero spiegazioni e l’avvio di ulteriori controlli”.