
di MOLLY CLAUDS
Guerra di carte, di diffide e di accessi agli atti negati all’Ente Fiera, dopo la proposta di aggiudicazione dell’appalto di gara del parcheggio, indicato con la dicitura “nuove infrastrutture a servizio del Quartiere fieristico di Foggia”, per un importo complessivo di oltre 13 milioni di euro.
Due associazioni temporanee di imprese, rispettivamente la seconda classificata, Edilalta e la quarta, l’Ati HR composto dai foggiani Immobiliare Darc srl, Gami Impianti srl e Termo Edil Gallo srl, hanno fatto richiesta di accesso agli atti, ma si sono viste rispondere picche dal Rup (responsabile unico procedimento), Raimondo Ursitti. “Ostensione negata”, scrivono nelle loro lagnanze al commissario straordinario, l’ingegner Potito Belgioioso.
Ad essere sotto osservazione dei due raggruppamenti, sconfitti dall’Ati Ctm del gruppo Insalata-Trisciuoglio-Di Carlo, sono gli score assegnati per l’offerta tecnica, per la quale Ctm ha sbaragliato i concorrenti, raggiungendo 69,159 punti su 75 contro i 61,838 di HR. Quest’ultima però aveva presentato un ribasso che gli ha consentito di ottenere un punteggio di 13,306 all’offerta economica contro i 9,244 dei vincitori provvisori.
Sono almeno due le contestazioni, che porteranno i secondi classificati a fare il consueto ricorso al Tar, immancabile negli appalti pubblici e a ritardare e postdatare così l’avvio dei lavori in Corso del Mezzogiorno. La prima concerne i CAM, ossia i Criteri Minimi Ambientali, che nella progettazione messa a bando seguono una norma, ma che ai tempi della gara, primavera 2017, erano stati già rinnovati da una nuova legislazione nazionale antisismica. Cosa si fa? I partecipanti devono seguire la vecchia legge o devono adeguare i CAM alla nuova normativa? Stando alle regole degli appalti pubblici, ogni progetto viene realizzato secondo le norme vigenti all’epoca della sua approvazione. E l’ultima approvazione del parking fieristico risale al dicembre 2015. Non c’è retroattività. Tuttavia l’Ente Fiera, dopo un quesito di una delle imprese gareggianti, ha chiesto un parere all’Anac, fornendo a Raffaele Cantone le risposte ottenute dal Ministero dei Trasporti. Le imprese hanno redatto i loro progetti rispettando la precedente norma, ma la stazione appaltante ha permesso loro di aggiungere dettagli qualificanti al loro progetto sui CAM, da valutare discrezionalmente in sede di commissione giudicante. C’è chi quindi ha presentato pilastri e un calcestruzzo già rispettoso delle nuove norme ecosostenibili, benché non fosse necessario adeguarvisi. Con quali criteri matematici la commissione ha valutato queste opzioni? Questo il nodo su cui vogliono chiarezza Edilalta e HR, che hanno fatto richiesta anche del carteggio tra Ente Fiera, Anac e Ministero.
La seconda obiezione, che potrebbe diventare la materia corposa del ricorso, invece riguarda le migliorie. Secondo le valutazioni di HR, i punti che dividono il suo progetto da quello di Ctm sono tutti concentrati nelle migliorie presentate da Insalata&co. I vincitori della gara hanno presentato delle migliorie legate alla funzionalità di Corso del Mezzogiorno, hanno cioè aggiunto due rotatorie, disegnate sì dalla direzione dei lavori dello studio Cavaliere&associati nelle tavole tecniche del bando, ma non comprese nell’appalto.
Procediamo step by step. L’offerta tecnica pesava 75 su 100, di cui un massimo di 30 punti assegnati ai criteri ambientali minimi, un massimo di 35 alla qualità tecnica delle soluzioni proposte per l’esecuzione dei lavori e 10 alla manutenzione programmata. Nel disciplinare tutto è sancito con enorme chiarezza.
All’interno dei 35 punti del pregio tecnico, ribattezzato in gergo tecnico “beauty contest”, le migliorie progettuali e la valorizzazione estetica del parcheggio valevano 12, un peso non enorme, ma importante perché si spiega “è interesse dell’Ente appaltante acquisire eventuali miglioramenti delle caratteristiche strutturali dell’opera”. Ctm risulta prima per gli standard di sicurezza e durabilità, con i suoi sistemi antisismici, ma sia HR, che si è avvalsa della progettazione di uno studio milanese noto per Expo e il bosco verticale di Stefano Boeri, sia Edilalta hanno superato i vincitori in diversi parziali. Meno che nelle migliorie aggiuntive, le rotatorie appunto.
“Le offerte migliorative aventi ad oggetto l’esecuzione di lavorazioni non contemplate in progetto, ma comunque ritenute utili al miglioramento della funzionalità degli interventi progettati, saranno valutate purché le stesse non determinino, a pena di non attribuzione punteggio, l’obbligo di riacquisizione di pareri e/o autorizzazioni, a meno degli aspetti di natura strutturale”, si legge nel disciplinare. E qui emerge il punto di scontro. Le rotatorie sarebbero sprovviste delle autorizzazioni del Comune di Foggia, perché non presenti nel Pums, pertanto non avrebbero dovuto determinare alcun punteggio positivo. Ma sono state valutate oppure no? L’interrogativo resta aperto. Fonti interne alla Fiera assicurano che non è stato assegnato alcun punteggio alle rotatorie, ma non si può appurarlo, dal momento che il Rup ha negato i verbali delle sedute della commissione giudicante, scegliendo di non consegnare gli atti. Dalla sua, del resto, ha il nuovo Codice degli Appalti, che recita: “Fatta salva la disciplina prevista dal presente codice per gli appalti secretati o la cui esecuzione richiede speciali misure di sicurezza, il diritto di accesso è differito in relazione alle offerte, fino all’aggiudicazione”, recita l’articolo 53 alla lettera c. Tuttavia con questo atteggiamento il Rup sta diffondendo sospetti e rumors nel mondo edile.