È Giovanni Melillo il nuovo capo della procura di Napoli. Lo ha stabilito, votando a maggioranza, dopo una lunga discussione il plenum del Csm. La decisione, infatti, arriva dopo cinque mesi di discussione e al termine di un lunghissimo dibattito non privo di polemiche e frizioni che si è concluso con la spaccatura dell’organo di autogoverno dei magistrati. L’ex capo di gabinetto del ministro Andrea Orlando, poi sostituto pg di Roma, andrà a dirigere la procura più grande d’Italia, con 9 aggiunti e 97 sostituti. Melillo, ha prevalso sul procuratore di Reggio Calabria, Federico Cafiero de Raho, per 14 voti a 9, con due astenuti.
Nato a Foggia il 16 dicembre 1959, in magistratura dal 1985, Melillo ha iniziato la carriera come pretore. Nel 1991 è arrivato in Procura a Napoli, dove è stato per otto anni alla direzione distrettuale antimafia occupandosi tra le altre delle inchieste sulle ramificazioni tra camorra e politica originate dalle rivelazioni del pentito Pasquale Galasso. Nel 1999 è stato designato come magistrato addetto al segretariato generale della presidenza della Repubblica. Nel 2001 è stato nominato come pm alla Direzione nazionale antimafia. Nel 2009 il ritorno a Napoli come procuratore aggiunto dove ha coordinato le indagini sul saccheggio della storica biblioteca di Girolamini e ha guidato il pool anticamorra. Il 13 marzo 2014 ha assunto l’incarico di capo di gabinetto del ministro della giustizia Andrea Orlando, per poi rientrare in magistratura, come sostituto pg a Roma, agli inizi di quest’anno.
Per Melillo hanno votato sei su sette dei componenti laici, cinque consiglieri di Area, il togato di Magistratura Indipendente Claudio Galoppi, il primo presidente della Cassazione Giovanni Canzio e il Pg della stessa Corte Pasquale Ciccolo. Per De Raho hanno votato l’intero gruppo di Unicost, i consiglieri di Area Piergiorgio Morosini e Ercole Aprile e i togati di Magistratura Indipendente Luca Forteleoni e Lorenzo Pontecorvo. Gli astenuti sono stati il laico del M5s Alessio Zaccaria e Aldo Morgigni, togato del gruppo di Piercamillo Davigo. Come da consuetudine, il vice presidente Giovanni Legnini non ha partecipato al voto.