La protezione della fauna selvatica e l’esercizio dell’attività venatoria sono stati gli argomenti al centro delle audizioni tenutesi nella seduta congiunta delle commissioni II e IV, presiedute da Mino Borraccino e Donato Pentassuglia, in merito alle due iniziative legislative in materia presentate rispettivamente dall’assessore Leonardo Di Gioia e dai consiglieri Stea e Pentassuglia.
Alla riunione sono intervenuti i rappresentanti delle associazioni della caccia (Federcaccia, Urca Puglia, Enal caccia, Anlc, Libera caccia, Ambiti territoriali per la caccia), dei Rangers d’Italia Puglia, delle associazioni ambientaliste (Lipu Puglia e Legambiente Puglia), delle associazioni agricole (Coldiretti, Confagricoltura, Cia, Ara), di Upi, del Parco nazionale dell’Alta Murgia e del sindacato Cobas, che si sono impegnati a far prevenire alla commissione, entro martedì prossimo, le osservazioni ai provvedimenti.
Tra le sollecitazioni avanzate, la necessità di provvedere in tempi rapidi alla riforma, per evitare il ricorso a provvedimenti emergenziali e al persistere di situazioni di incertezza, a cui si aggiungono le questioni relative alle funzioni attribuite alle Province, alla composizione dei comitati tecnici faunistici, la necessità di rivedere i criteri per il ripopolamento della fauna negli ambiti territoriali di caccia,
A margine della seduta l’assessore Leonardo Di Gioia ha espresso apprezzamento per il fatto che nessuna delle associazioni ambientaliste presenti abbia posto la questione relativa all’articolo 31 del disegno di legge in esame che riguarda il controllo della fauna selvatica e che è stato oggetto di discussione nella giornata di ieri. “Evidentemente – ha commentato Di Gioia – è apparso chiaro a tutti che la norma non produca alcun effetto negativo, né tantomeno autorizzi la ‘caccia’ di cani e gatti. Il provvedimento si limita a recepire quanto previsto dalla legge nazionale 157/92 prevedendo ‘forme di controllo per gli animali inselvatichiti esercitato selettivamente mediante l’utilizzo di metodi ecologici su parere dell’ISPRA’, e precisando che ‘l’attività di controllo non costituisce esercizio venatorio’”.
Ad accendere il dibattito nei giorni scorsi, il M5S, dopo la pubblicazione sulla pagina ufficiale del Presidente Michele Emiliano di un post che attribuiva ad un non meglio precisato militante 5 stelle, la paternità della diffusione di un “post facebook che dice che in Puglia si aprirà la caccia a cani e gatti”. Una notizia che non era stata diffusa dal M5S ma dalle associazioni animaliste che denunciano alcuni contenuti che sono effettivamente particolarmente ambigui del DDL sulla Caccia n. 67 del 2.05.2017 (a.c. 544/A) (Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio) che si discute domani in seduta congiunta di II e IV Commissione.
“Due falsità in un colpo solo -hanno incalzato i cinquestelle – non solo non è stato il M5S a diffondere per primo quella notizia che è invece partita da importanti associazioni animaliste ma la notizia che Emiliano tentava di smentire fa riferimento ad un provvedimento che si discute domani e che effettivamente contiene alcuni passaggi quantomeno ambigui, che tirano in ballo le specie domestiche inselvatichite. Passaggi che certamente saranno oggetto di discussione in Commissione. Quello odierno è un episodio che la dice lunga sulla leggerezza spaventosa con la quale Emiliano, che non è certo un cittadino qualsiasi e che ha il dovere di verificare una notizia, gestisce il delicato compito che migliaia di pugliesi gli hanno affidato. Ci auguriamo che Emiliano smentisca e si scusi con tutti gli attivisti del M5S per questo spiacevole episodio”.